Renzi da Obama chiede droni Usa in Libia: in cambio rinvio ritiro da Afghanistan

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2015 - 12:14 OLTRE 6 MESI FA
Renzi da Obama chiede droni Usa in Libia: in cambio rinvio ritiro da Afghanistan

Renzi da Obama chiede droni Usa in Libia: in cambio rinvio ritiro da Afghanistan

ROMA – Renzi da Obama chiede droni Usa in Libia: in cambio rinvio ritiro da Afghanistan. Al centro dei colloqui tra Barack Obama e Matteo Renzi in visita ufficiale a Washington c’è anche la gestione dell’emergenza Isis in Libia. Emergenza particolarmente gravosa per l’Italia perché la regione destabilizzata da lotte interne è anche l’ultimo avamposto della penetrazione del Califfato che minaccia le porte d’Europa e gestisce il traffico di esseri umani con cui si finanzia e contribuisce pesantemente all’escalation degli sbarchi di migranti sulle coste siciliane.

Se la diplomazia Onu segna il passo, è interesse dell’Italia che gli Stati Uniti, già impegnati contro il Califfo in Iraq e in Siria, estendano il loro raggio d’azione anche nel nord Africa: per questo Renzi chiede ad Obama di utilizzare i droni Usa contro obiettivi circoscritti come i caposaldi dell’Isis in Libia e magari anche contro le milizie costiere che dirigono il traffico dei migranti. In cambio, Renzi offrirebbe la disponibilità a ritardare il ritiro già previsto per settembre dei 700 militari italiani impegnati in Afghanistan e di stanza nella provincia di Herat, almeno fino alla fine dell’anno.

Obama sta rallentando quello dei militari Usa e vedrebbe di buon occhio un impegno simile da parte degli alleati. La fornitura di droni fabbricati in Usa è strategica: quelli italiani possono solo fare operazioni di ricognizione perché non sono armati. E, del resto, l’invio di truppe sul terreno sembra escluso per evitare che le fazioni oggi in lotta possano fra fronte comune contro il nemico esterno, decretando da subito la vittoria Isis.

In Libia, peraltro, Obama e Renzi non potranno eludere i rischi che ogni iniziativa militare comporta. Colpire i trafficanti potrebbe voler dire, in determinate circostanze, colpire anche i migranti utilizzati come scudo. Sarebbe essenziale trovare un accordo operativo con i Paesi vicini (anche per creare campi destinati ai migranti e finanziati dalla Ue), ma gli interessi di fondo sono talvolta contrastanti: per dirne una l’Italia vuole salvare l’unità della Libia, mentre all’Egitto non dispiacerebbe una Cirenaica indipendente che fungesse da cuscinetto protettivo. Si dovrà anche agire sui Paesi (come la Turchia, membro della Nato) che finanziano e aiutano una delle parti in lotta. Resta il pericolo che incursioni aeree e presenza navale ricompattino tutti i libici contro lo straniero. (Franco Venturini, Corriere della Sera)