Siria, il premier Hijad diserta e fugge in Giordania: “E’ in corso un genocidio”

Pubblicato il 6 Agosto 2012 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA
Riad Hijab (Foto Ansa)

DAMASCO – C’è fermento ai vertici del governo siriano. Il premier, Riad Hijab, stando a quanto riferiva lunedì mattina la Tv di Stato siriana con una scritta in sovraimpressione, è stato rimosso. Ma secondo altre fonti riportate dall’Ansa il premier ha disertato dal regime per fuggire in Giordania. La notizia è stata poi confermata dalla tv panaraba al Jazira, che riporta fonti vicine alla famiglia dell’ex premier, e dal sito Internet dei Fratelli musulmani siriani in esilio. In Siria “è in corso un genocidio” ha detto ad Al Jazira tramite il suo portavoce Muhammad Otri.  “Non ho avuto altra scelta: o accettare l’incarico o essere ucciso” si è giustificato per la sua nomina a capo del governo il giugno scorso. “Tutti i ministri siriani del governo – aggiunge – vogliono disertare ma hanno una pistola puntata alla tempia. Come hanno fatto in passato, liquidano le persone e dicono poi che sono stati gruppi di fondamentalisti armati”.

Intanto una nuova scritta in sovrimpressione sulla Tv di Stato siriana avverte che il presidente Bashar al Assad ha nominato Omar Ghalawanji, già ministro delle amministrazioni locali, premier ad interim con il compito di sbrigare gli affari correnti.

Hijab era stato nominato lo scorso giugno dopo le elezioni legislative di maggio. Nel governo precedente guidato da Adel Safar, aveva ricoperto il ruolo di ministro dell’agricoltura. In Siria l’incarico di premier è per lo più di rappresentanza visto che il potere esecutivo è di fatto in mano al presidente della Repubblica.

Stamattina,inoltre, un’esplosione ha scosso a Damasco la sede della radiotelevisione di Stato siriana. La stessa tv aveva inizialmente parlato di tre vittime, ma la notizia è stata smentita all’Ansa dal ministro dell’Informazione, Muhammad az Zubi, raggiunto telefonicamente. Una fonte anonima citata dalla stessa tv di Stato ha detto che tre persone sono rimaste ferite nell’esplosione, avvenuta al terzo piano del super protetto edificio centrale che si affaccia in piazza degli Omayyadi, nel centro moderno della città.