Turchia, Erdogan: “Se fossi rimasto 10 minuti in più sarei stato ucciso”

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Luglio 2016 - 14:45 OLTRE 6 MESI FA
Turchia, Erdogan: "Se fossi rimasto 10 minuti in più sarei stato ucciso"

Turchia, Erdogan: “Se fossi rimasto 10 minuti in più sarei stato ucciso”

ANKARA – “Se fossi rimasto nel resort di Marmaris 10 o 15 minuti in più, sarei stato ucciso o catturato”: a parlare è il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ripercorrendo in un’intervista tv alla Cnn la notte del fallito golpe di venerdì 15 luglio. 

Erdogan ha annunciato di stare seriamente considerando la reintroduzione della pena di morte: “C’è negli Stati Uniti, in Russia, in Cina e in diversi Paesi nel mondo. Solo in Europa non c’è. In Turchia era stata eliminata, ma non ci sono statuti irrevocabili”, ha poi aggiunto parlando davanti a una folla a Istanbul.

Ma in queste ore è tornato anche ad attaccare il suo rivale storico, l’imam Fetullah Gulen, in esilio in Pennsylvania, Stati Uniti, e che Erdogan ritiene mente del fallito colpo di Stato: “Alcuni media internazionali hanno visitato la Pennsylvania. Ora, io vorrei chiedere a questi media: se avessero intervistato Bin Laden quando le torri gemelle sono state attaccate cosa avreste pensato?”.

A riguardo il presidente ha fatto sapere che una richiesta scritta per l‘estradizione in Turchia dell’imam verrà inviata da Ankara agli Stati Uniti tra qualche giorno. E alla domanda su che cosa farebbe se gli Stati Uniti rifiutassero l’estradizione di Gulen, il presidente ha risposto che “la Turchia ha un mutuo accordo per l’estradizione dei criminali. Se tu chiedi che qualcuno sia estradato, e tu sei un mio partner strategico, io obbedisco, rispetto l’accordo. Ma se tu non fai lo stesso… ci dovrebbe essere reciprocità in questo genere di cose”.

Contro Gulen è intervenuto anche il premier turco Binali Yildirim, che ha confermato che quattro dossier sulle presunte responsabilità dell’imam nel golpe fallito sono stati già inviati a Washington. “Abbiamo inviato agli Stati Uniti quattro dossier, attendiamo i passaggi necessari per l’estradizione di Gulen”, ha ribadito il ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag. 

Accuse a Gulen sono state rivolte anche dai servizi segreti turchi, che hanno reso noto di aver informato i vertici dell’esercito sulla preparazione di un tentativo di golpe alle 16 di venerdì pomeriggio, diverse ore prima del suo inizio. Nel comunicato, l’esercito turco sostiene anche che tutti gli elementi responsabili del tentato golpe sono stati eliminati in Turchia entro le 16 di domenica. Le Forze armate aggiungono poi che “la necessaria risposta è stata data alle serpi nel nostro seno” grazie alla collaborazione tra il potere politico, le forze di sicurezza e il popolo.

Nel frattempo la situazione in Turchia si fa sempre più oscura. Quattordici navi della marina turca risultano disperse in mare, e i loro comandanti sono sospettati di cospirazione contro Ankara. Sparito anche il comandante della Marina turca, l’ammiraglio Veysel Kosele. Non si sa ancora se si sia dato alla fuga o se invece sia ostaggio di cospiratori in fuga. Si sono anche perse le tracce di due elicotteri partiti tra domenica e lunedì per una missione di salvataggio di 25 membri delle forze speciali che, nella notte del fallito colpo di stato, avevano tentato il raid per catturare il presidente Erdogan nel resort di Marmaris, sulla costa egea.