Turchia sospende le relazioni con l’Olanda. E’ crisi diplomatica

di redazione Blitz
Pubblicato il 13 Marzo 2017 - 22:18| Aggiornato il 14 Marzo 2017 OLTRE 6 MESI FA
Turchia, sanzioni all'Olanda. Vietato l'ingresso all'ambasciatore

Turchia, sanzioni all’Olanda. Vietato l’ingresso all’ambasciatore

ANKARA – La Turchia annuncia sanzioni ai Paesi Bassi, chiude il proprio spazio aereo ai diplomatici olandesi fino a quando il governo dell’Aja non adempirà alle richieste di Ankara, e sospende le relazioni ad alto livello con l’Olanda. Lo ha fatto sapere il vicepremier turco, Numan Kurtulmus, aggiungendo che non sarà permesso all’ambasciatore olandese in Turchia (attualmente in vacanza fuori dal Paese) di rientrare ad Ankara. “In atto c’è una crisi molto profonda che noi non abbiano né iniziato né tantomeno portata a questo livello”, ha aggiunto Kurtulmus.

La risposta della Turchia arriva al culmine di una giornata in cui la comunità internazionale intera ha fatto sentire la propria voce sulla vicenda che ha coinvolto, nel fine settimana, Amsterdam e Ankara.

L‘Unione europea chiede ad Ankara di abbassare i toni, la Nato chiede ad entrambi gli alleati un “approccio misurato”. Ma per tutta risposta dalla Turchia arriva una nuova minaccia, stavolta a tutta la Ue e su una delle questioni che la tocca più nel vivo: l’accordo sui migranti, che il ministro turco per l’Europa, Omer Celik, ha annunciato di voler rivedere.

E il presidente, Recep Tayyip Erdogan, rilancia anche sui toni, accusando la Germania di sostenere il terrorismo, solo perché aveva espresso solidarietà all’Olanda.

L’incidente diplomatico scoppiato sabato, dopo che il Governo dell’Aja ha respinto il volo del ministro degli esteri turco atteso a Rotterdam per un comizio, è tutt’altro che rientrato.

La Turchia ha detto che si rivolgerà alla Corte dei diritti dell’uomo e ha convocato il più alto diplomatico olandese presente nel Paese per protestare contro il trattamento riservato al titolare degli esteri e alla sua collega della famiglia, Fatma Betl Sayan Kay, che pure aveva provato a raggiungere il consolato di Rotterdam sabato, per parlare in favore del referendum costituzionale del 16 aprile davanti a centinaia di manifestanti pro-Erdogan.

I Paesi Bassi hanno invece chiesto che Ankara ritiri le accuse di “fascismo e nazismo” altrimenti “le relazioni” tra i due Paesi “resteranno difficili”, ha detto il vicepremier Lodewijk Asscher.

La crisi tra i due preoccupa l’Europa, tanto che durante il weekend il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, si è tenuto in contatto con diversi leader europei oltre che con le due capitali coinvolte. E lunedì l’Ue ha lanciato un appello alla Turchia, affinché “si astenga da commenti eccessivi e da azioni che possano esacerbare la situazione”. Perché “la questione “può essere risolta solo mantenendo un buon canale di comunicazione aperto”.

Ma le durissime offese di Erdogan, lanciate già contro la Germania solo una settimana fa, non passano sotto silenzio: la cancelliera tedesca, Angela Merkel, esprime solidarietà agli olandesi e il portavoce di Juncker ricorda che il presidente le aveva già allora definite “vergognose”.

Anche la Nato segue la vicenda da vicino e chiede moderazione ad entrambe le parti. “Un dialogo robusto è il cuore delle democrazie, ma ci deve essere rispetto” quindi “chiedo che ci sia un approccio misurato” fra Turchia e Olanda, ha detto il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg. “L’importante è concentrarci sulle sfide comuni e non sulle questioni che incidentalmente ci dividono”, ha aggiunto, evitando di parlare apertamente della preoccupazione che c’è nell’Alleanza.

Anche se non è la prima crisi tra partner: era già successo, ad esempio, nel 1956, quando la Nato scoprì che Francia e Gran Bretagna avevano inviato paracadutisti a Suez senza avvertire gli altri. Il problema è che tuttora non vi sono strutture istituzionali, di cui invece la Ue è dotata, per gestire situazioni simili. L’unico strumento è la ‘moral suasion‘, e per questo Stoltenberg si è tenuto in contatto con i governi turco e olandese.

“Il messaggio è stato lo stesso: le discussioni, il dibattito robusto fanno parte delle nostre democrazie, ma allo stesso tempo è importante il rispetto reciproco. La calma e la de-escalation sono importanti per allentare le tensioni”, ha insistito. Ma la Turchia non sembra aver recepito il messaggio: secondo l’agenzia Anadolu, il ministro per l’Europa ha esplicitamente detto di voler riconsiderare l’accordo con l’Ue sui migranti, che invece l’Unione, nonostante le tensioni, non vuole mettere in discussione.