Usa. Grattacapo per Obama: scegliere tra 300 candidati per le sedi diplomatiche

Pubblicato il 24 Gennaio 2013 - 14:47| Aggiornato il 6 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON, STATI UNITI – Nell’amministrazione del presidente Barack Obama è in pieno svolgimento la corsa dei possibili candidati alle sedi diplomatiche. Dopo il secondo insediamento emergono le prime indiscrezioni sulle sue nomine all’estero.

Secondo il New York Times sono almeno 300, tra donatori e raccoglitori di fondi, le aspiranti ‘feluche’ e tra queste almeno tre puntano al posto di David Thorne in Italia. Thorne e’ l’ex cognato del futuro segretario di Stato John Kerry e ha servito per quattro anni a Villa Taverna.

WASHINGTON, STATI UNITI – I candidati che aspirano a sostituirlo includerebbero Azita Raji, filantropa di San Francisco che per Obama ha raccolto oltre tre milioni di dollari, il romanziere Robert Mailer Anderson e John R. Phillips, un avvocato di Washington sposato con l’ex collaboratrice della Casa Bianca Linda Douglass. A dispetto del cognome, solo Phillips avrebbe legami con l’Italia: i suoi nonni Filippi emigrarono dalla penisola e qualche anno fa l’avvocato ha comprato un intero villaggio, Borgo Finocchieto, vicino a Buonconvento, in provincia di Siena, poi trasformato in hotel de charme decantato sulla ‘bibbia del lusso’ Robb Report.

Seguendo una tradizione che risale a Ronald Reagan, Obama ha riservato nel 2009 il 70 per cento dei posti a diplomatici di carriera e il restante 30 per cento a nomine politiche. Le dimensioni colossali della sua macchina raccogli fondi (un miliardo di dollari rastrellati nel corso della campagna) ha reso quest’anno la corsa particolarmente competitiva.

La ressa alla porta ha fatto si’ che le regole del gioco sono diventate piu’ severe: per conquistare una sede e’ meglio candidarsi per piu’ di una capitale ed esser pronti a servire solo due anni, non quattro, per permettere al presidente un nuovo round di nomine.

Conti in banca prosperosi sono il requisito non ufficiale visto che un ambasciatore ad oggi guadagna un massimo di 179 mila dollari con la casa pagata, ma l’entertaining non e’ rimborsato e chi puo’ dimostrare di autofinanziarsi gode di un discreto vantaggio.

Inevitabili le delusioni in mezzo a tanta concorrenza. Il direttore di Vogue Anna Wintour non rappresentera’ il presidente alla Corte di San Giacomo. Il ‘Diavolo Veste Prada’ sarebbe stata battuta sul filo di lana per l’ambita sede di Londra da Matthew Barzun, un miliardario dell’high tech che per 20 lunghi mesi ha guidato la macchina di fundraising e che gia’ Obama ha ricompensato nel 2009 offrendogli il posto di ambasciatore a Stoccolma.