Usa, moschea: Obama fa un piccolo passo indietro ma non placa l’opposizione

Pubblicato il 16 Agosto 2010 - 10:53 OLTRE 6 MESI FA

Ground Zero

La vicenda della moschea che dovrebbe essere costruita a New York a due isolati di distanza da Ground Zero sta infiammando il dibattito politico e l’opinione pubblica della Grande Mela.

Sui giornali e nei Talk Show le due fazioni avverse, chi la vuole come simbolo di libertà religiosa e chi la rifiuta come un insulto alle migliaia di morti delle Torri Gemelle, sanno che l’argomento è delicatissimo e potrebbe essere un altro fattore ad influire sulle elezioni di medio-termine previste a novembre.
 
Nel dibattito è intervenuto naturalmente anche il presidente Barack Obama, che la settimana scorsa dando la sensazione di essere favorevole alla costruzione nel luogo prescelto ha sollevato una tale levata di scudi da parte degli oppositori che domenica ha dovuto fare un piccolo passo indietro, anche se l’inner circle” della Casa Bianca, il gruppo di consiglieri più vicini al presidente, ha vigorosamente smentito che egli abbia cambiato idea.

In che cosa differiscono i due discorsi? Si tratta di sfumature, ma non per questo meno importanti. In poche parole e senza entrare nel politichese, Obama – rileva The Huffington Post – è prima andato molto vicino al dare il suo consenso alla costruzione della moschea nel luogo prescelto perchè i musulmani in un clima di libertà religiosa ne hanno diritto, ma nel successivo discorso si è astenuto dal dire se è una buona idea o no.

Le affermazioni del presidente lo hanno ormai invischiato nella questione, cosa che la Casa Bianca aveva cercato in tutti i modi di evitare per non rendere la vita ancor più difficile ai candidati democratici alle elezioni di medio-termine che rischiano di perdere la maggioranza alla camera e al senato. Essendo in genere i repubblicani e il movimento Tea-Party contrari alla moschea, i democratici sono inorriditi all’idea che venga costruita, anche se non lo dicono o lo bisbigliano solamente.

Ha detto Obama nel suo ultimo discorso: ”Volevo solo spiegare il mio pensiero, e cioè che in questo Paese trattiamo tutti allo stesso modo in base alla legge, indipendentemente da razza e religione. Io non ho espresso giudizi, nè li esprimerò sulla opportunità e la saggezza di costruire la mosche a Ground Zero. Ho solo parlato specificamente di un diritto che il nostro popolo ha fin dai Padri Fondatori”.

Le parole del presidente non hanno impressionato l’opposizione. Il capo della minoranza repubblicana al senato John Bohener ha protestato affermando che la costruzione della moschea non è un fatto di natura religiosa, ma una questione di rispetto. Bohener ha così proseguito: ”Il fatto che qualcuno abbia diritto di fare qualcosa non significa necessariamente che sia una cosa buona”.

Ma palle incatenate sono state sparate anche da qualche democratico, come il candidato senatoriale in Florida Jeffe Greene, che ha detto tra l’altro: ”La libertà di religione dà il diritto di costruire la moschea all’ombradi Ground Zero, ma il senso comune e il rispetto per coloro che hanno perso la vita rende necessario che sia costruita da qualche altra parte”.

C’è poi da fare i conti con l’opinione pubblica.  Dai numerosi sondaggi effettuati in questi giorni emerge che la maggior parte del popolo americano è contrario all’iniziativa. L’Opinion Research Corporation Poll della CNN ha condotto una ricerca proprio nei giorni scorsi, dimostrando che circa il 70% dei cittadini Usa si oppone al progetto e che il 54% di questi sono democratici.