Usa 2012, Obama: “Una strada dura per un futuro migliore”

Pubblicato il 7 Settembre 2012 - 08:42 OLTRE 6 MESI FA
Barack Obama (Foto Lapresse)

CHARLOTTE (USA) – Alla Convention democratica l’Obama della speranza di quattro anni fa lascia il posto all’Obama del realismo, non più “solo un candidato” ma “il presidente”, come sottolinea lui stesso. “Non faccio finta che la strada che vi indico sia veloce o facile”, chiarisce dal palco della Time Warner Cable Arena, ma assicura: “I nostri problemi possono essere risolti, le nostre sfide vinte. Non mi avete eletto per dirvi quello che volete sentirvi dire, mi avete eletto per dirvi la verità. E la verità è che ci occorre più di qualche anno per risolvere sfide che si sono accumulate per decenni”.

“Nei prossimi anni a Washington saranno prese grandi decisioni, sul lavoro e sull’economia, sulle tasse e sul deficit, sull’energia e sull’istruzione, sulla guerra e la pace”, decisioni con un impatto enorme sulla “nostra vita e su quella dei nostri figli per i prossimi decenni”.

Obama ricorda che non si tratta solo di una scelta “tra due candidati o due partiti”, ma tra due visioni: gli americani dovranno scegliere tra due strade “nettamente diverse”.

La storia dice che dai tempi di Franklin Delano Roosevelt l’unico presidente democratico che è riuscito a farsi rieleggere è stato Bill Clinton, lo stesso che ha avuto per Obama, in questa Convention, parole a dir poco di stima. Lo stesso che, dopo il discorso di mercoledì, è apparso come autorevole leader dei democratici.

E cita proprio il Roosevelt della grande depressione e del New Deal per invocare uno “sforzo comune, una responsabilità condivisa, esperimenti coraggiosi” per superare anche questa nuova, terribile crisi.

Proprio a Clinton Obama si appoggia, il Clinton per il quale la stampa americana ha parlato di “discorso perfetto”. Il presidente e l’uomo che è riuscito a farsi perdonare non solo dalla moglie ma da un intero popolo la “parentesi” Monica Lewinsky. Un discorso perfetto, come l’ha definito Forbes, grazie al carisma da americano (bianco) del Sud, da giovane non solo cerebrale come Obama, con quell’autocontrollo di chi ha dovuto dimostrare di più.

Ma i tempi di Clinton erano diversi. Adesso Obama si trova a dover affrontare la peggior crisi dagli Anni Trenta. Per superarla ha già chiaro un piano, e lo propone ai suoi elettori: nel prossimo decennio il deficit verrà ridotto di 4.000 miliardi, entro il 2016 verrà creato “un milione di nuovi posti di lavoro” nell’industria manifatturiera, le esportazioni verranno raddoppiate entro il 2015, le importazioni di petrolio saranno dimezzate entro il 2020, verranno creati 600.000 nuovi lavori nell’estrazione di gas naturale, le rette dei college saranno dimezzate nei prossimi dieci anni, e nello stesso tempo verranno assunti 100.000 insegnanti di scienze e matematica. Mentre i miliardi risparmiati sulle guerre andranno all’economia. “La strada che vi indichiamo può essere dura, ma conduce in un posto migliore. Io vi chiedo di scegliere questo futuro”.