Stati Uniti paralizzati. Obama furioso. Tre quarti americani contro repubblicani

Pubblicato il 2 Ottobre 2013 - 10:40 OLTRE 6 MESI FA
Il presidente Barack Obama

Il presidente Barack Obama

WASHINGTON, STATI UNITI – E’ scattata l’ora della paralisi per il governo federale americano, che dalla mezzanotte e un minuto di martedi’ 1 ottobre non e’ piu’ in grado di far fronte a buona parte dei pagamenti della pubblica amministrazione, costretto a chiudere innanzitutto i servizi ‘non essenziali’: dai musei ai parchi nazionali, a gran parte delle attivita’ delle agenzie federali, inclusa la Nasa. E’ uno ‘shutdown’ frutto di un’insanabile frattura politica tra repubblicani e democratici, che ha impedito al Congresso di varare la nuova legge di bilancio. E che ora rischia di mettere sul lastrico 800.000 lavoratori statali insieme alle loro famiglie.

Barack Obama e’ furioso. Parlando agli americani in tv per la seconda volta in poche ore, ha indicato nei repubblicani i responsabili di questa sciagura nazionale, definendo il loro comportamento irresponsabile e ingiusto, nonche’ dannoso per la ripresa economica, non solo degli Stati Uniti. Ma non e’ nulla al confronto di quello che potrebbe succedere se alla prossima scadenza cruciale, quella sull’innalzamento del tetto del debito, il Congresso fallisse di nuovo nel compito di trovare un accordo: in quel caso – mette in guardia Obama – ”un default dello Stato vorrebbe dire chiudere, spegnere l’economia americana”.

Le parole del presidente contro chi ha impedito l’intesa sul budget sono durissime: siamo di fronte a una ”crociata ideologica” di una fazione dei repubblicani in Congresso che, in nome di una rivincita per aver perso le elezioni presidenziali, ”nega i diritti e i servizi a milioni di americani: basta fermare l’azione del governo attraverso le crisi”. Il presidente si dice quindi ”pronto” a riprendere le fila del dialogo per ”riaprire il governo”. Ma ribadisce che non cedera’ ad alcun ricatto. Tradotto: ”La riforma sanitaria non e’ sul tavolo del negoziato”. Perche’ e’ stata ancora la cosiddetta ‘Obamacare’ a far naufragare i tentativi in extremis di evitare lo ‘shutdown’: due testi approvati dalla Camera (a maggioranza repubblicana) sono stati bocciati dal Senato (a maggioranza democratica) perche’ prevedevano di rimettere le mani sull’Affordable Care Act, entrato in vigore proprio martedi.

”Le previsioni dei repubblicani sulla riforma della sanita’ non si sono avverate. Gia’ milioni di persone sono state aiutate in queste ore”, afferma Obama, difendendo la riforma che rappresenta finora il fiore all’occhiello della sua presidenza. Una riforma – conferma – che non solo ”permettera’ a gran parte degli americani di avere una copertura sanitaria con 100 dollari o meno al mese, ma che affronta il problema del deficit nel lungo termine, rafforzando l’economia”.

Ora – mentre le immagini televisive mostrano le transenne davanti a monumenti storici come il Lincoln Memorial, o i ferry diretti alla Statua della Liberta’ fermi – la palla passa di nuovo al Congresso. E’ li’ che va trovata una soluzione al ‘pasticciaccio’. E gia’ fonti parlamentari fanno sapere che la Camera dei Rappresentanti sarebbe pronta a votare una serie di provvedimenti per finanziare molte delle attivita’ del governo bloccate per la mancanza di nuove risorse. Ma la Casa Bianca ha dichiarato di ritenere la proposta inaccettabile per ”assoluta mancanza di serieta”’. Il presidente ha gia’ firmato una legge per assicurare che le forze armate e i dipendenti civili del Pentagono e del Dipartimento alla Difesa continuino ad essere pagati. Anche se i loro stipendi arriveranno in ritardo.

Se è vero, come ha detto Obama, che i repubblicani hanno causato questa crisi per vendicarsi della sconfitta alle ultime presidenziali hanno sbagliato i calcoli. Quasi tre quarti degli elettori americani sono contrari alla loro politica intesa ad per imporre un rinvio dell’applicazione della riforma sanitaria ‘Affordable Care Act’, meglio nota come ‘Obamacare’, secondo quanto ha rilevato un sondaggio nazionale condotto dalla Quinnipiac University. Il 72 per cento degli interpellati, riferisce Quinnipac, si e’ detto contrario, mentre il 22 per cento a favore.

La stessa ricerca ha inoltre rilevato che il 64 per cento degli americani e’ contrario ad un blocco dell’innalzamento del tetto del debito nazionale per fermare l’applicazione della Obamacare, mentre il 27 l’approvano. Gli elettori, afferma Quinnipiac, sono divisi sull’Obamacare: il 45 per cento a favore e il 47 per cento contrari. Piu’ nel dettaglio, tra i repubblicani, coloro che sono a favore della chiusura del governo hanno una risicata maggioranza, 49 a 44 per cento, mentre tra i democratici sono appena il 6 per cento contro il 90, e tra gli indipendenti 19 per cento a favore e 74 per cento contro. Il livello di approvazione per il presidente e’ allo stesso tempo del 45 per cento, mentre quello di disapprovazione del 49. Il 2 agosto era rispettivamente al 46 e al 48 per cento.