Parla Petraeus. ”Non ho mai passato informazioni segrete a nessuno”

Pubblicato il 16 Novembre 2012 - 09:56 OLTRE 6 MESI FA

Il generale David Petraeus con la sua amante Paula Broadwell

WASHINGTON, STATI UNITI – ”Il mio comportamento è stato disonorevole, ma non ho mai passato informazioni segrete a nessuno”. Sono le prime parole di David Petraeus da quando e’ esploso lo scandalo che lo ha travolto per le relazioni con la sua amante e biografa Paula Broadwell e la misteriosa intermediaria di Tampa Jill Kelley.

Sulla condotta di Petraeus la Cia ha aperto un’indagine conoscitiva: ”Rivediamo costantemente le nostre azioni, se ci sono delle conclusioni da tirare in questa vicenda lo faremo” spiega un portavoce della Cia.

Il generale – secondo quanto riportato dai media Usa – si sarebbe sfogato con la giornalista televisiva Kyra Phillips, dell’emittente HLN TV, affiliata alla Cnn, che e’ riuscita a contattarlo e che piu’ volte in passato lo aveva intervistato. Dal colloquio – raccontato dalla donna – viene fuori un uomo distrutto, ma determinato a spiegare come sono andate realmente le cose; e a difendersi da chi lo accusa di aver messo a repentaglio la sicurezza nazionale. E’ consapevole di averla combinata grossa – afferma la Phillips – e che questa vicenda rappresenta ”un suo personale fallimento”. Ha pero’ confessato – prosegue Phillips – ”di sentirsi fortunato di avere una moglie molto migliore di lui”.

Petraus pero’ reagisce anche alle voci che parlano di dissapori negli ultimi giorni in cui e’ stato a capo della Cia. Uno scontro con i vertici del Pentagono e dei Servizi Segreti – scrive il Wall Street Journal – sulla versione da dare sui fatti di Bengasi, sull’attacco al consolato Usa costato la vita all’ambasciatore americano Chris Stevens e ad altri tre cittadini americani. Lui avrebbe voluto venire subito allo scoperto per spiegare le cose e diradare i sospetti sulla Cia, replicando a chi ha accusato l’agenzia di essere dietro a quanto accaduto. Per esempio per aver catturato alcuni miliziani ed aver provocato l’attacco che ha causato la tragedia.

I superiori, pero’, lo avrebbero stoppato. Petraeus – stando al racconto della Phillips – negherebbe questa versione, sostenendo che le sue dimissioni nulla hanno a che fare col caso Bengasi. La sua verita’ comunque e’ attesa venerdi in Senato, dove il generale e’ atteso per una testimonianza sul caso. Le audizioni in Congresso per fare chiarezza sull’episodio di Bengasi sono gia’ iniziate, e sono stati ascoltati il direttore ad interim della Cia, Michael Morell, il direttre aggiunto del Fbi, Sean Joyce, il segretario di Stato aggiunto, Patrick Kennedy, e il numero uno dell’antiterrorismo, Mattew Olsen.

Olte a Patraeus – venerdi sara’ la volta del responsabile dei Servizi, James Clapper, mentre il segretario di Stato, Hillary Clinton, riferira’ al Congresso il mese prossimo. Intanto il numero uno del Pentagono, Leon Panetta, ha avanzato al capo di stato maggiore delle forze armate, il generale Marin Dempsey, una richiesta senza precedenti: un test di moralita’ a cui dovranno essere sottoposti tutti gli ufficiali dell’esercito, dopo lo scandalo che ha travolto non solo il generale Petraeus ma anche il capo delle forze alleate in Afghanistan, il generale John Allen, la cui nomina a capo supremo delle forze della Nato e’ stata sospesa dal presidente americano Barack Obama.

Le vicende che hanno travolto l’esercito in questi giorni – ha affermato Panetta – ”hanno il potere di minare la fiducia dell’opinione pubblica nei confronti del nostro sistema”. Ecco dunque che con il test si cerca di ridare credibilita’ ad una istituzione alquangto appannata. In ogni caso, afferma il collaboratore della Cnn Tom Fuentes, un ex-direttore dell’Fbi, questi sta esaurendo le sue indagini, e alti funzionari federali hanno detto a Fuentes che non vi sono sospetti di attività criminali su Petraeus o di divulgazione di informazioni segrete.