Contro la provocazione di una chiesa in Florida, Iran e Washington avvertono: “Non bruciate il Corano, o ci saranno ripercussioni”

Pubblicato il 7 Settembre 2010 - 13:20 OLTRE 6 MESI FA

L’Iran ha messo in guardia dal mettere in atto il progetto, annunciato da una chiesa americana, di bruciare pubblicamente copie del Corano l’11 settembre, sottolineando che questo provocherebbe dei ”sentimenti incontrollabili” nelle nazioni musulmane.

”Consigliamo ai Paesi occidentali di impedire lo sfruttamento della libertà d’espressione per insultare i libri sacri, altrimenti i sentimenti che questa azione susciterebbe nelle nazioni musulmane non sarebbero controllabili”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, in una conferenza stampa a Teheran.

La chiesa ‘Dove World Outreach Center’, in Florida, ha lanciato un appello per bruciare copie del Corano nell’anniversario degli attentati alle Torri gemelle e ha invitato anche altri centri religiosi a fare lo stesso per ricordare le vittime dell’11 settembre e combattere ”il demone dell’Islam”.

Dei rischi che potrebbero seguire ad una simile azione è convinto anche il comandante delle forze internazionali in Afghanistan, generale David Petraeus, che ha criticato il piano della chiesa, sostenendo che la decisione ”potrebbe creare seri problemi” alle truppe americane all’estero. ”Potrebbe mettere in pericolo i soldati e anche gli sforzi internazionali in Afghanistan”, ha detto Petraeus, secondo quanto riporta la Cnn online.

Il generale ha messo in guardia sul fatto che bruciare il corano ”è precisamente quel tipo di azione che usano i talebani e potrebbe creare problemi, non solo qui ma in tutte le parti del mondo dove siamo impegnati con la comunita’ islamica”.

Petraeus ha anche detto di essere preoccupato delle ripercussioni politiche che potrebbe provocare la decisione della Dove World Outreach Centre, la chiesa battista della Florida. Secondo il generale, ”i fondamentalisti potrebbero usare le immagini del corano mentre viene bruciato per infiammare l’opinione pubblica e incitare alla violenza”.