La nuova frontiera degli scandali sessuali è sul Web

Pubblicato il 13 Giugno 2011 - 08:56 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – Nel 1791, mentre era ministro del Tesoro, Alexander Hamilton iniziò una relazione con Maria Reynolds, ricattando per anni il marito della donna perché non parlasse. Quando uno scandalista svelò l’affair e la copertura, Hamilton affidò la sua autodifesa alla tecnologia del tempo, pubblicando un pamphlet in cui sosteneva di non aver mai abusato di risorse pubbliche nel corso della sua relazione.

Due secoli (e molti scandali) dopo, Twitter ha rimpiazzato gli opuscoli come mezzo di comunicazione del momento e allo stesso tempo è diventato il canale che i politici utilizzano per sfogare le proprie pulsioni sessuali più “peccaminose”. Così, il deputato Anthony Weiner, che rischia di doversi dimettere per aver prima mentito e poi ammesso di aver spedito messaggi e foto oscene ad alcune studentesse universitarie e a una pornostar, si è difeso proprio sostenendo di non aver usato risorse pubbliche per portare avanti le sue relazioni extraconiugali virtuali.

Certo, a Washington, e più in generale fra i politici, gli scandali sono prevedibili come l’afa di agosto, basti pensare al recentissimo caso di Arnold Schwarzenegger e del figlio illegittimo avuto dalla domestica Mildred Baena. Ma la tecnologia oggi offre sicuramente un ventaglio più ampio di tentazioni a portata di click. Il rischio di essere “beccati”, come si è visto nel caso di Weiner, è comunque altissimo, ma per qualche oscura ragione il mix di intimità e distanza che la Rete offre ai suoi utenti appare irresistibile e spinge i politici ad abbassare la guardia e a commettere incredibili leggerezze, contando su un anonimato che alla prova dei fatti si rivela però fittizio.

Nel 2006, il deputato repubblicano Mark Foley fu beccato a spedire messaggi osceni online a minorenni, mentre nel febbraio scorso il parlamentare conservatore Christopher Lee si dimise quando si scoprì che aveva postato una sua foto a torso nudo su un sito d’appuntamenti (senza specificare di essere sposato, né di essere un deputato).

«È affascinante come l’altissimo rischio di essere smascherati e di vedere la propria carriera distrutta non dissuada alcune persone dal compiere gesti irresponsabili sul Web» ha commentato al New York Times Thomas Mann, da tempo osservatore politico a Washington.

La colpa sarebbe, in parte, anche dell’eccessiva sicurezza di sé propria di molti politici: «È il “fattore Icaro” – spiega Chris Lehane, stratega politico al momento impegnato a Hollywood nelle riprese di un film sui potenti coinvolti negli scandali sessuali – Pensi di avere le ali e di poter volare fino al sole, ma poi ti bruci, cadi nell’acqua e affoghi».

Doug Sosnik, consigliere dell’ex presidente Americano Bill Clinton ai tempi dell’impeachment, fa notare un’altra semplice ragione per cui i politici cedono alle scappatelle: «Perché possono». Con Internet e le nuove tecnologie, tutto è diventato ancora più facile, ma la linea di demarcazione fra ciò che è accettabile e ciò che non lo è si sta facendo via via più chiara e marcata.

«È una nuova frontiera – spiega Celinda Lake, sondaggista dei Democratici – c’è stata una temporanea luna di miele in cui le persone pensavano di potersi permettere tutto su internet senza doverne pagare le conseguenze, ma ormai hanno capito che il giochetto non funziona».