“A rischio le pensioni oltre i 2000 euro”, Gianluigi Paragone su Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Agosto 2014 - 14:05 OLTRE 6 MESI FA
"A rischio le pensioni oltre i 2000 euro", Gianluigi Paragone su Libero

“A rischio le pensioni oltre i 2000 euro”, Gianluigi Paragone su Libero

ROMA – “Matteo Renzi esegue gli ordini della Troika e colpisce i soli che consumano ancora” è il titolo dell’articolo a firma di Gianluigi Paragone su Libero:

Nella premiata ditta delle assurdità,  l’ultima uscita riguarda le pensioni. Siccome i grandi burattinai hanno risollevato la questione del welfare, ecco che l’ennesimo governo «signor sì» sta prendendo in considerazione l’ipotesi di intervenire sulle pensioni cosiddette d’oro ma che d’oro non sono. Quelle cioè sopra i duemila euro. Del resto cosa aspettarsi da un premier che ritiene la ripresa come il sole estivo: prima o poi arriverà (infatti basta mettere il naso fuori dalla finestra…).

Vediamo di capire bene il contesto generale così da mettere meglio a fuoco la questione previdenziale. L’Italia (come l’Eurozona, ma questo è un problema che giustificherebbe il mal comune mezzo gaudio. E non mi sta bene) non cresce. Non ci sono investimenti. Non ci sono consumi. Insomma non girano soldi, nonostante il rabbocco degli strombazzati 80 euro. Di contro la spesa pubblica improduttiva cresce a vista d’occhio. E perché non girano soldi? Semplice: o perché non ce ne sono più in tasca o perché chi li ha non si fida del futuro e preferisce in qualche modo metterli al riparo.

In questo scenario immobile, s’inserisce un fattore importante: quello degli over 60. Non è un caso che persino per gli inserzionisti pubblicitari questa fascia d’età è diventata sempre più un target vivace e interessante. Perché spende un po’ di più. Consuma. O per sé o per la generazione che sta mantenendo. E siamo così arrivati al punto da cui siamo partiti: seminare il panico tra quei buoni pensionati che spendono, significa non avere la minima prospettiva politica. Significa andare avanti con la calcolatrice imposta dai burocrati di quella stessa Troika che minaccia di mandare i propri uomini e svuotare ogni tipo di democrazia e di costituzione.

Mettere mano alle pensioni definendole d’oro per attirare un po’ di consenso è una manovra autodistruttiva: cosa volete che se ne facciano i pensionati di quei soldi? Li immettono nell’economia reale. Sono olio per la crescita. Toglierli dal circuito del consumo, significa aggiungere sabbia a pistoni già bloccati. Né serve alimentare una retorica accattona di sfida tra chiha un po’ di più e chi ha un po’di meno, perché se proprio la dobbiamo mettere su questo livello allora c’è un fior fiore di personale politico che si ciuccia pensioni, vitalizi e prebende varie del tutto sproporzionate rispetto al lavoro che hanno compiuto in vita loro in quei palazzi. Il guaio però è un altro. E si continua a non capirlo.

I burattinai Bce- Fmi-Unione europea stanno facendo di tutto per aumentare l’indebitamento privato. Così da rendere i cittadini schiavidelle loro logiche. (Anche il superamento del contante rientra in questa logica: controllare ogni passaggio con carte a pagamento, creare dipendenza e poi «regolamentare » questi pagamenti come diavolo si vuole. Il contante è libertà. Un giorno ci torneremo). Purtroppo il dibattito di questi anni ci ha abituati alla rassegnazione. Prima, l’Europa monetaria era intoccabile, le politiche di austerity erano inevitabili perché «Non potevamo più vivere al di sopra dei nostri mezzi »; ora che i risultati ci vedono impaludati e bloccati, cominciano ima e i se. Intanto però la manovra eurocratica va avanti, sempre col fine di accorciare la coperta:bisogna fare le riforme, bisogna aggredire il welfare, bisogna demolire la spesa pubblica e quindi il debito pubblico. Ma tutto come vogliono loro! Nessuna campagna però èmai partita sulla valanga di soldi bruciati dalla loro finanza edalla sperequazione creata dalle loro partite speculative. Ma noi continuiamo ad abbaiare alla luna. A sperare che col sole estivo arrivi anche la ripresa. A chiedere di prorogare le vacanze fino a ottobre perché la colpa è del cattivo tempo o delle previsioni del tempo. E ora a farci la guerra in nome di chi ha la pensione più(placcata) d’oro (…)