Almirante. Gianfranco Fini e Laura Boldrini assenti: lui escluso, lei non si sa

Pubblicato il 28 Giugno 2014 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Almirante. Gianfranco Fini e Laura Boldrini assenti: lui escluso, lei non si sa

Gianfranco Fini e Laura Boldrini assenti dalla celebrazione dei 100 anni di Giorgio Almirante: lui escluso, lei non si sa

ROMA – Gianfranco Fini, ex presidente della Camera è stato escluso dalla cerimonia per celebrare i 100 anni dalla nascita di Giorgio Almirante, uno dei fondatori e per molti anni segretario del Movimento Sociale Italiano, Msi.

Gianfranco Fini è stato l’ultimo segretario del Msi, che, sotto la regia di Berlusconi, ha trasformato il partito in Alleanza Nazionale, abbandonando col nome, i riferimenti ufficiali e formali al fascismo.

Poi però è scivolato ai margini del grande gioco politico per queste principali ragioni:

1. avere accompagnato la destra post fascista alla eutanasia nella fusione con Forza Italia e nel nuovo partito Popolo della Libertà;

2. avere sfidato la supremazia di Berlusconi (“Che fai mi cacci”) avvicinandosi in modo pericoloso al Pd per essere poi scaricato con ben validi motivi;

3. essere stato coinvolto nella vicenda di un appartamento a Montecarlo lasciato al partito da una ricca militante e finito nella disponibilità del cognato,  con grande indignazione del popolo post fascista; la vicenda non ha avuto rilevanza penale per la Procura della Repubblica di Roma ma ha avuto grande rilevanza negativa davanti al tribunale dei cittadini di ogni fede politica;

4. avere creduto in Mario Monti e essersi alleato con lui nella impresa elettorale di Scelta civica.

La notizia dell’esclusione di Gianfranco Fini è riferita sul Giornale di Berlusconi in un articolo di Massimiliano Scafi, cronaca amara di un tramonto politico:

“Fini ci ha provato fino all’ulti­mo. Ha aspettato, ha sperato, poi si è fatto coraggio e ha chia­mato direttamente Donna As­sunta, presidente della Fonda­zione Almirante.

“Non ho anco­ra ricevuto l’invito e non capi­sco perché”.

E lei:

“Te credo che nun l’hai ricevuto. Non te l’ho proprio mandato, ormai non fai più parte della nostra sto­ria”.

Fini non c’è, aggiunge Massimiliano Scafi, ma oltre all’ex presidente della Camera mancava anche quella che ne ha preso il posto, Laura Boldrini, attuale presidentessa della Camera. Qui si apre un altro capitolo nella cronaca della celebrazione, le reazioni degli ex “colonnelli” di Fini, da Giorgia Meloni a Ignazio La Russa, da Gianni Ale­manno a Maurizio Gasparri, ai quali non è andata giù l’assenza di Laura Boldri­ni.

Il posto vuoto della presidentessa della Camera, nota Massimiliano Scafi,

stride parecchio con la lettera di saluto spedita alla fondazio­ne dal capo dello Stato:

“Gior­gio Almirante è stata espressio­ne di una generazione di leader di partito che, pur da posizioni ideologiche profondamente di­verse, hanno saputo confrontar­si mantenendo reciproco rispet­to, a dimostrazione di un supe­riore senso dello Stato che anco­ra oggi rappresenta un esem­pio.
“Egli fu sempre con­sapev­ole che solo attraverso il ri­conoscimento dell’istituzione parlamentare e la concreta par­tecipazione ai suoi lavori, pur da una posizione di radicale op­posizione rispetto ai governi, la forza politica da lui guidata avrebbe potuto trovare una pie­na legittimazione nel sistema democratico nato dalla Costitu­zione”.

C’è pure, aggiunge Massimiliano Scafi,

“il riconoscimento del «merito di aver saputo con­trastare impulsi e comporta­menti antiparlamentari” e di aver

“dimostrato un convinto ri­spetto per le istituzioni repub­blicane”.

E c’è l’apprezzamen­to, per

“il suo stile oratorio effi­cace e privo di eccessi anche se spesso aspro nei toni”.
L’omaggio di Napolitano, un onore delle armi rilasciato da uno storico avversario, viene molto ben accolto nella Sala del­la Regina.

Maurizio Gasparri è tranchant: “Boldrini non ha portato il saluto al convegno su Almirante. Non ne era degna. Comunque ha sbagliato”.

Dice Gianni Alemanno:

“La lettera del presi­dente della Repubblica rappresen­ta un importantissimo ricono­scimento istituzionale e demo­cratico al valore di Almirante, ne prendano atto tutti quanti continuano a demonizzarlo. Ora, dopo le parole del capo del­lo Stato, diventa difficile non tri­butagli i giusti onori”.

Come ad esempio una strada a Roma, spiega l’ex sindaco.

Se per Napolitano ci sono ap­plausi e ringraziamenti, lo stes­so non si può dire per Laura Bol­drini. Il presidente di Monteci­torio viene accusata di scarsa ospitalità e di scorrettezza istitu­zionale e la vicenda viene vissuta come uno schiaffo:

“Non si è presentata e non ha nemmeno sentito il bisogno di mandare uno dei vicepresiden­ti”.

Gior­gia Meloni è inferocita:

“È gra­vissima l’assenza della presi­dente che non solo non ha ritenuto di far partecipa­re a­lmeno un suo vice in rappre­sentanza dell’assemblea di Montecitorio, ma non si è nean­che degnata di inviare un mes­saggio di saluto. Per fortuna lo ha fatto il presidente della Re­pubblica, che a differenza della Boldrini sa cosa significhi rap­presentare un’istituzione e sa anche chi era Giorgio Almiran­te”.