Altro che governo light: 50 sottosegretari, Fabrizio Ravoni sul Giornale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Febbraio 2014 - 12:03 OLTRE 6 MESI FA
Altro che governo light: 50 sottosegretari, Fabrizio Ravoni sul Giornale

Altro che governo light: 50 sottosegretari, Fabrizio Ravoni sul Giornale

ROMA – “Altro che governo light: 50 sottosegretari” scrive Fabrizio Ravoni del Giornale:

Matteo Renzi riconosce che il governo «avrebbe fatto meglio» a presentarsi alle Ca­mere anche con i sottosegreta­ri. Peccato di inesperienza. O di ingenuità. Anche perché, forse il presidente del Consiglio non immaginava il via vai di deputa­ti che, a Montecitorio, lo hanno avvicinato per raccomandarsi per un posto da sottosegretario o da viceministro.
Di certo non lo ha fatto Venan­zio Carpentieri, sindaco di Meli­to (Terra dei fuochi), che po­trebbe finire sottosegretario al­l’Interno o alla Giustizia. Corre per via Arenula anche Enrico Costa (Ncd), che fa però resi­stenze per lasciare a Nunzia De Girolamo il posto di capogrup­po. Potrebbe essere conferma­to Cosimo Ferri. Ma sarebbe in partita anche Roberto Rao. Nel complesso saranno una decina gli alfaniani che troveranno spazio nel governo, mentre sa­ranno 22 quelli del Pd, 5 di Scel­ta civica, 2 al Psi; un posto an­che per Bruno Tabacci o Pino Pi­sicchio.
Intenzione di Renzi è conte­nere in 45 il numero massimo di sottosegretari e viceministri. Ma è probabile che il consiglio dei ministri di domani porti il numero a 50. Solo così sarebbe possibile riservare una posizio­ne ai Popolari per l’Italia; altri­menti Mario Mauro resterebbe fuori dal governo. E i loro 12 voti al Senato potrebbero tornare in bilico per la maggioranza. Così, per l’ex ministro della Difesa si profilerebbe la posizione di vi­ceministro al ministero degli Esteri, con delega per le Politi­che europee.
Una posizione, però, che ver­rebbe offuscata da Enzo Moave­ro. Da ministro (senza portafo­glio) agli Affari europei, potreb­be guidare comunque il Diparti­mento delle Politiche comuni­tarie, in campo alla Presidenza del consiglio, con un incarico tutto da definire; tipo special en­voy , sulla falsariga di Staffan De Mistura per i marò. Allo stesso incarico di Moavero, però, pun­ta anche Sandro Gozi (Pd).
Particolarmente affollato il numero di pretendenti (o pre­sunti tali) per un ruolo da sotto­segretario alla Presidenza del consiglio. La delega per i servizi segreti dovrebbe finire a Luca Lotti, braccio destro di Renzi; anche se Marco Minniti punta a essere confermato nell’incari­co. Ivan Scalfarotto (Pd) potreb­be entrare tra i sottosegretari di Palazzo Chigi, direzione Pari Opportunità. Gli potrebbe fare compagnia Riccardo Nencini, ma con la delega dello Sport.
Giovanni Legnini (Pd) do­vrebbe lasciare la Presidenza ( e la delega per l’Editoria) e finire al ministero dell’Economia per curare i rapporti con il Parla­mento. All’Economia puntano anche Benedetto Della Vedova (Sc) e Luigi Casero (Ncd). Un pensierino l’aveva fatto anche Irene Tinagli (Sc), destinata pe­rò allo Sviluppo economico. At­tesa la conferma, sempre allo Sviluppo economico, di Clau­dio De Vincenti (Pd). Scalda i motori, per la delega al Com­mercio estero, Carlo Calenda (Sc).
Sicura la conferma di Lapo Pi­stelli ( Pd) e Mario Giro agli Este­ri. Come quella della Borletti Buitoni (Sc) ai Beni culturali e di Gioacchino Alfano (Ncd) al­la Difesa. Un incarico da sotto­segretario lo dovrebbero trova­re anche Barbara Saltamartini (Ncd) e Davide Zoggia (Pd). Mentre appare scontato che Pietro Ichino (Sc) possa segui­re da vicino la riforma del lavo­ro dal ministero come vicemini­stro. Aria di incarichi anche per Valentina Vezzali (Sc).