Berlusconi da Renzi, la gag sotto la foto di Kennedy: “Meglio di un comunista”

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2014 - 13:14 OLTRE 6 MESI FA

berlurenziROMA – C’è spazio anche per un piccolo scambio di battute nell’informale incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi nella sede del Pd. I due leader si sono visti per discutere di riforme e legge elettorale, Renzi fa accomodare l’ospite nella sua stanza di segretario. Ecco cosa racconta il Corriere della Sera:

La stanza è rimasta così come l’aveva lasciata Pier Luigi Bersani. Sul bordo della scrivania ci sono ancora le bruciature dei suoi sigari. Oltre alla scrivania, una libreria, e poi un televisore e due divani di pelle. Il nuovo segretario ha avuto solo il tempo di attaccare quattro quadri: in uno c’è Dedé Auzzi, un dirigente dei Ds scomparso prematuramente a cui Renzi era particolarmente legato; poi ci sono una foto di Bob Kennedy, una fotina di Giorgio La Pira e una foto grande, in bianco e nero, di cui si è molto parlato: uno scatto di Alberto Korda con dentro Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara, che — in divisa militare — gioca a golf. Renzi va a sedersi proprio sotto questa foto, sotto Il Che. Berlusconi, sorridendo, si accomoda sotto Bob Kennedy. «Beh, meglio Kennedy di un comunista…».

Un gruppetto di contestatori, appostato all’imbocco di via del Nazareno, aveva teso l’agguato. Guerini però non si è perso d’animo e, ignorando anche i cori che ancora giungevano da fuori — «Vergogna! Vergogna! Vergogna!», «Pre-giu-di-ca-to! Pre-giu-di-ca-to!» —, ha accolto Berlusconi e Letta come fossero stati salutati da applausi e grida di evviva. La contestazione si placa con il trascorrere dei minuti. C’è ancora qualche cartello tenuto alto, ogni tanto un fischio, niente di più. Renzi e Berlusconi stanno parlando ormai da oltre un’ora . I giovanotti della vigilanza, eredi del leggendario servizio d’ordine del Pci, fumano in silenzio nell’androne. Uno guarda l’orologio, un altro scuote la testa con una smorfia che è un miscuglio di fastidio e stupore. «Io nun ce posso ancora crede che quello cià avuto er core de venì qui, a casa nostra ».