Camilliani, Messaggero: “Spunta il boss della Magliana”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2014 - 12:15 OLTRE 6 MESI FA
Truffa ai Padri Camilliani, Messaggero: "Spunta il boss della Magliana"

Truffa ai Padri Camilliani, Messaggero: “Spunta il boss della Magliana”

ROMA – Un appartamento a Roma, due locali commerciali e un casale in provincia di Siena. Il conto complessivo è di circa due milioni di euro. I beni, riconducibili al commercialista Paolo Oliverio, sono stati sequestrati dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, ma corrisponderebbero soltanto una parte dei soldi che Oliverio, arrestato per sequestro di persona e custode di uno sterminato archivio che condivideva con i servizi segreti, si sarebbe indebitamente messo in tasca, sottraendoli alla provincia siculo napoletana dell’Ordine dei Camilliani.

Sul registro degli indagati, con l’ipotesi di riciclaggio è finito anche il nome di Elisabetta Borgnogni, la figlia di Lorenzo, ex numero uno delle relazioni esterne di Finmeccanica, oltre a quello della giovane compagna del professionista. Perché Oliverio utilizzava prestanome per investire il denaro. E’ l’ennesima puntata dell’indagine, su un buco di 10 milioni di euro, nata dal sequestro organizzato per pilotare la nomina al vertice dell’Ordine. E torna il nome di Ernesto Diotallevi, esponente della famigerata banda della Magliana.

Scrive Valentina Errante sul Messaggero:

Nel provvedimento, firmato su richiesta del pm Giuseppe Cascini, il gip parte dalle dichiarazioni del commercialista, «che ha ammesso di aver disposto della somma di 3milioni di euro». Le operazioni contestate riguardano l’acquisto di un appartamento in via del Forte Bravetta, valutato un milione e 300mila euro. A siglare la compravendita, il 23 ottobre scorso, è la Glasstyle srl, della quale il commercialista è legale rappresentante. Alla stessa società vengono venduti per 84mila euro, da Carolina Lucarini, moglie di Diotallevi, il box e il posto macchina in via Nisio. Mentre Oliverio intesta alla società Red Venture, amministrata da Elisabetta Borgogni, la porzione di casale che acquista per 190mila euro a Montalcino.

E’ valutato 600mila euro, l’altro casale, sempre vicino a Siena che il commercialista intesta alla sua compagna. Così come il box auto e posto macchina in via dei Fabi, comprate da una società che fa sempre capo alla donna. «Le operazioni bancarie – scrive il gip – sono riconducibili ad Oliverio, unico soggetto che poteva disporre dei conti correnti, ne consegue che gli acquirenti non hanno con lui concorso nella sottrazione del denaro alla Provincia sicula e la loro condotta è consistita unicamente nel rendersi intestatari di immobili acquistati reimpiegando denaro di provenienza illecita».