Caos 5 per mille: i soldi per il volontariato anche ai politici

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Febbraio 2014 - 14:00 OLTRE 6 MESI FA

Caos 5 per mille: i soldi per il volontariato anche ai politiciROMA – Una relazione della Corte dei conti sul meccanismo del 5 per mille evidenzia come, nella distribuzione dei soldi, la burocrazia si incastri così che i soldi per il volontariato vadano a finire anche alle fondazioni politiche. E quindi ai partiti. A cui, per effetto del decreto che abolisce il finanziamento pubblico, andrà anche il 3 per mille. Lo scrive il Corriere della Sera.

 

Scrive Sergio Rizzo sul Corriere:

Nella relazione della Corte dei Conti si racconta come i soldi destinati dai contribuenti a finanziare le Onlus benefiche e filantropiche possano finire anche alle fondazioni politiche.

Tale è, per citarne una, la Magna Carta presieduta dall’attuale ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello, traslocato al Nuovo centrodestra dopo la scissione del Pdl, ammessa al beneficio del 5 per mille nel 2009. Stesso anno del debutto, negli elenchi degli enti che possono accedere a quei finanziamenti, della fondazione Italianieuropei di Massimo D’Alema, cenacolo di idee il cui comitato di indirizzo ospita personalità quali l’ex presidente del Partito democratico Gianni Cuperlo, Anna Finocchiaro, il sindaco di Roma Ignazio Marino, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, Franco Marini, Luciano Violante…

Sul tema, per regolamentare l’istituto del 5 per mille, si sono esercitati in molti:

Il fatto è che le regole sono frutto di una giungla intricatissima: 21 leggi in sette anni. Per non parlare dei controlli spesso inesistenti. Basta dire che nonostante spetti al ministero del Lavoro fare i riscontri sulle migliaia di potenziali destinatari dei finanziamenti, «segnalando eventuali posizioni da sospendere, tale attività», sottolinea il rapporto, «risulta esercitata una sola volta». Tutta questa confusione burocratica finisce per penalizzare soprattutto, com’è ovvio, chi di quei soldi ne ha un bisogno disperato. Per averli ci vogliono due anni. Almeno.

In realtà tra le fondazioni a cui viene destinato il 5 per mille non ci sono solo quelle prettamente politiche:

Il rapporto segnala come nella lunga lista figuri anche, fra le Onlus, la Fondazione Milan, emanazione del club di Silvio Berlusconi, che a novembre del 2013 ha celebrato il decennale con un memorabile galà che ha favorito la tregua armata fra Barbara Berlusconi e Adriano Galliani.

Il punto centrale della relazione della Corte dei conti, spiega Rizzo é:

La conseguenza è che di quei circa 400 milioni l’anno il 40 per cento circa finisce nelle casse di 200 organizzazioni: le più potenti e attrezzate. Ma c’è anche il rovescio della medaglia. Ovvero la polverizzazione di contributi a favore di «una pletora» di soggetti. Il che, secondo il rapporto, fa salire i costi e rallenta le procedure di erogazione «rischiando di indebolire l’istituto del 5 per mille rendendolo un inutile contributo a pioggia privo di ogni ricaduta positiva».