“Care donne, abolite la parola femminicidio”, Guido Ceronetti su Repubblica

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Dicembre 2013 - 10:09 OLTRE 6 MESI FA

"Care donne, abolite la parola femminicidio", Guido Ceronetti su RepubblicaROMA – “Care donne, fatemi un favore: cancellate femminicidio“. Questo il titolo dell’articolo su Repubblica a firma di Guido Ceronetti:

Il mio contributo alla giornata salvadonne è tardivo, ma capitale. Si tratta di eliminare l’orripilante femminicidio, che le abbassa a tutto ciò che, in natura, è di genere femminile, dunque zoologico, col destino comune di figliare e allattare. Ma, per noi, se non siamo bruti, donna significa molto di più.

[…]

Sopprimiamo femminicidio e facciamogli subentrare da subito ginecidio. Non è un neologismo bellissimo, ma appartiene alla schiera dei derivati dal greco classico (giné-gynekòs) che suonano in italiano benissimo: gineceo, ginecologia, ginecofobia, misoginia, ginecomanía, ginandria… Non pensavo mi toccasse di proporre il termine più accettabile per una cosa tanto ripugnante. Però femminicidio va sbattuto fuori dal linguaggio, se ci sarò riuscito me ne farò un minimerito.

Nessun pericolo viene dal misogino. Le donne non hanno niente da temere. Misogini furono Euripide, Schopenhauer, l’autore biblico Qohélet, Leopardi, in genere quasi tutti i poeti e i filosofi, che mai si macchiarono di ginecidio, e delle donne, per troppo amore, per lo più furono vittime innocenti.

“Il capolavoro della misoginia italiana è il trattato “Se s’abbia a prender moglie” di Giovanni Della Casa, che si limita a sconsigliare implacabilmente ai giovani celibi il matrimonio, a causa della sfrenata libidine delle mogli, ma considera la sua messa in guardia una quaestio lepidissima, e si guarda bene dal risvegliare nella vittima mascolina l’istinto ginecida.

A più riflessione può indurre invece l’opinione di Nikola Tesla, figura delle più affascinanti, inventore della corrente alternata e profeta ispirato delle guerre future (in America è ritenuto il vero inventore della radio). Nel 1924, quasi settantenne, Tesla pensava che la più grande tragedia del nostro tempo fosse l’avvento del potere femminile, un combattimento escatologico delle donne contro l’uomo per subentrargli nel lavoro e nelle professioni, quindi capovolgendo i ruoli nella famiglia, buon motivo per lui di stare alla larga. (Avesse mai immaginato Thatcher, Golda, Indira, Hillary!).

“La riscossa maschile che vediamo è da specie degenerata: la coltellata, gli spari, lo stupro in branco, già in età precoce, per cura preventiva.

“Una comunità senz’anima, né patriarcale né matriarcale, al bivio di Buridano, non può rispondere che debolmente a questo autentico attacco alla specie umana. Preferiamo esporre le ragazzine, piuttosto che terrificare i colpevoli (…)