Chi lo aveva esaltato è peggio di Balotelli. Mario Giordano, Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Giugno 2014 - 10:17 OLTRE 6 MESI FA
L'articolo di Libero

L’articolo di Libero

ROMA – “Balotelli ha torto – scrive Mario Giordano su Libero – però ha anche un po’ ragione”.

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Non è vero che«non ha colpe», se non altro perché ha giocato da far schifo ed è irritante che il suo primo pensiero dopo la Caporetto sia stato quello di colorarsi di nuovo la testa di biondo, affidandosi al solito hair stylist di fiducia «Creste colorate per tutti i galletti». Un po’di colpe ce le ha, eccome.

Ed è pure insopportabile questo suo voler sempre buttare la polemica sul terreno del razzismo, tirando fuori i «fratelli negri» e le tribù africane come esempi di civiltà da contrapporre a noi buzzurri che osiamo ancora essere italiani con la pelle bianca, e perciò invidiosi del suo radical-nigger-chic.

Dice che i neri non l’avrebbero fatto nero, e forse è vero. Però l’avrebbero fatto diventare bianco. Di paura. Eppure c’è una cosa su cui Balotelli non sbaglia: è quando si sente scaricato come la batteria di un Iphone dopo un giorno di utilizzo intensivo.

Scaricato da tutti, persino da quelli che fino all’altro giorno l’hanno descritto come il più amato degli italiani. Ha ragione: possibile che basti una partita mal giocata (diciamolo pure: orrendamente giocata) per passare da modello ideale a simbolo di ogni male?Insomma: è troppo facile il solito gioco dello scarica barile all’italiana da parte dei cantori che si trasformano in censori, aedi innamorati che nel giro di un amen si ritrovano fustigatori scalmanati. Ma vi ricordate che cosa si diceva di Balotelli solo dieci giorni fa, dopo la vittoria con l’Inghilterra? «Balotelli ha testa. I leoni sono azzurri», titolava a tutta pagina il Messaggero. «Balo, magie per sognare», gli faceva eco il Qn sottolineando a caratteri cubitali la «notte epica». E poi «Balotellire»,«Balotelli c’è»,«Balotelli al bacio», ovviamente «Balotelli novello ambasciatore dell’Italia nel mondo»(ancora Qn), un’Italia ovviamente renzian-prandelliana e quindi«di nuovo bella e di successo», insomma «l’Italia che sa stupire» (La Stampa). Gli inviati in Brasile, all’improvviso, sembravano aver tutti in testa la cresta di superMario.

Marco Mazzocchi (Rai) in brodo di giuggiole, gli altri al seguito, Maurizio Crosetti (Repubblica) in versione immobiliarista: «Balotelli ha trovato casa», scriveva. E i commentatori non erano da meno: «È Balo tutto nuovo», assicurava dall’alto della sua esperienza Fulvio Collovati, mentre Giancarlo Mazzucca si spingeva a proporre un incrocio fra i suoi due idoli, Gimondi e super Mario, forse soltanto per poter titolare «Felice Balotelli».

Ma sì, Felice Balotelli e felici tutti noi :«Balotelli-Pirlo, fratelli d’Italia», titolava Repubblica in versione Mameli. Seconda riga: «Così hanno conquistato il Brasile». Come se l’operazione fosse già conclusa. In fondo, Balotelli contro l’Inghilterra non aveva fatto altro che buttare dentro la porta un cross che gli era capitato sulla testa, più o meno casualmente. Eppure era bastato per diventare subito un eroe. Il simbolo. Il re del Brasile.

«Il Brasile impazzisce per Supermario», ci spiegava Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera raccontando che finalmente il nostro Paese aveva trovato il «portabandiera» di «un’Italia lontana dagli stereotipi, multietnica, aperta, piena di energia, e soprattutto giovane». Sottinteso renziana. Era tutto un tripudio di entusiasmi carioca, statue di sabbia innalzate in riva al mare, feste nelle discoteche in suo onore, e invasioni di campo da parte dei bambini con cui lui (il buono!) ovviamente si fermava a lungo per fare le foto e per distribuire carezze. Mica come quegli altri azzurri cattivoni che fuggivano subito sull’autobus (vi ricorda qualcosa questa scena a parti invertite?). Erano solo dieci giorni fa.

E anche Concita De Gregorio su Repubblica ci propinava pagina- tediretorica della favela, viaggi strappa cuore fra i diseredati di Manaus, improbabili incontri con bambini come Hiandra e Adriel che per pranzo mangiano appena due castagne essiccate a testa, e che – riferisce l’inviata – hanno un solo sogno: un pasto completo? Macché: un autografo di Balotelli. Perché si sa, quando segna Balotelli, nelle favelas impazziscono. E i bambini che non hanno da mangiare altro che due castagne essiccate a testa non fanno altro che chiedere agli inviati italiani: «Ma dopo ci porti da Balotelli?». Ma sicuro, piccolo: morirai di fame, ma toccherai la cresta con la tua manina.

Anche perché, come è noto, «il promesso sposo Balotelli non sbaglia quasi mai le notti d’amore». Lo chiosava, con metafora erotica, un altro inviato di Repubblica. Titolo: «La bella Italia si gode gli applausi. Tutti ci invidiano Balotelli». Orgasmo puro. E allora è possibile? È possibile che questo ragazzone capace di infiammare il Brasile e di rappresentare la nuova Italia, questo mago, questo santo, quest’idolo delle favelas, questo portabandiera del Paese migliore, questo re del bene, questo simbolo della trasformazione, questa specie di santino prandellian-renziano, emblema della gioventù energica e integrata, adesso sia soltanto una «figurina», per dirla con un suo compagno di squadra? O un bambino viziato?

Possibile che, in pochi secondi, dopo che i senatori – mandanti Buffon e De Rossi hanno cominciato a sparargli addosso, sia diventato il capro espiatorio di tutta la nostra sconfitta? Ho sempre trovato insopportabile la retorica su super Mario, la richiesta di farlo giocare per forza perché piaceva alla gente che piace, perché è nero e dunque rappresenta l’Italia multietnica, perché fa i tweet e dunque rappresenta l’Italia social, perché ha la cresta ed è trendy, ho sempre trovato eccessivo il perdonismo nei confronti delle sue malefatte e delle sue mattane, e penso che se in Brasile anziché andare in spiaggia a chiedere la mano a Fanny fosse stato ad allenarsi un po’ di più, come s’usava un tempo, se avesse fatto qualche corsa in più e qualche selfie in meno, sarebbe stato meglio per tutti.

Però oggi non so chi mi irrita di più: se lui con i suoi messaggi arroganti o quelli che gli girano le spalle all’improvviso, dopo averlo esaltato senza ritegno. Di sicuro lui ha fallito, ma loro anche di più. Di sicuro lui dovrebbe imparare a tacere per un po’. Ma loro perché continuano a parlare?