Claudio Velardi sul caso Renzi-Pd: D’Alema triste e bilioso, Veltroni parac…

Pubblicato il 11 Ottobre 2012 - 18:47 OLTRE 6 MESI FA
Claudio Velardi con Michela Vittoria Brambilla (LaPresse)

Intervistato e punzecchiato da Fabrizio D’Esposito per Il Fatto Quotidiano, Claudio Velardi, lobbista ed ex dalemiano, non risparmia giudizi impietosi proprio verso Massimo D’Alema e la vecchia classe dirigente del Pd, (fra i quali en passant Walter Veltroni), che secondo Velardi viene messa a nudo nei suoi aspetti peggiori dalla candidatura di Matteo Renzi alle primarie:

Un amore sfiorito, scivolato verso un acronimo che suona crudele e ingrato: GD. Che sta per Grande Distruttore. Questo oggi è Massimo D’Alema per il suo ex spin doctor Claudio Velardi. Di buon mattino, ieri Velardi sul sito The Front Page aveva previsto tutto: “Ha parlato con la Stampa, poi magari farà qualche mezza smentita”. Velardi, di professione lobbista, senza più l’ufficio a Palazzo Grazioli, segue la contesa nel Pd con un diario giornaliero, Il Primario, e D’Alema è appunto GD.

D’Alema minaccia Renzi.
Non ha senso fare un’intervista politica su D’Alema.

Perché?
Non ha più nulla di politico. E lo dico con un affetto antico che sconfina nella tenerezza e nella pena.

Addirittura. 
La via che ha imboccato è una deriva triste e biliosa. Ormai siamo nella psicologia.

Faccia il profiler. 
È del tutto evidente che odia Renzi.

E Renzi odia lui. 
No, Renzi è un giovane scaltro che utilizza D’Alema per fare cassetta. Ma non se ne frega nulla di lui.

E D’Alema se n’è fatta una malattia. 
La malattia di D’Alema è la politica. Una passione morbosa.

Un’ossessione. 
Non è in pace con se stesso. D’Alema viene dal Pci, non ha un altro mestiere da fare. Questo è il loro problema.

Il loro? 
Sì, il loro, di D’Alema e tanti altri del Pd. La loro tragedia è questa: non hanno un altro lavoro e hanno già 60 anni. In 20 anni hanno consumato la loro età migliore al potere.

Invecchiano male. 
Si sono consumati al punto tale che l’opinione pubblica li percepisce come ottantenni. E loro continuano a pensare che la politica sia la cosa più importante della vita.

L’amore per la polis.
Una cazzata. Non sono capaci di stare da soli con se stessi. E D’Alema è il più ingenuo di tutti.

Il più ingenuo? 
Sì, è uno che si espone. Arriva persino a usare argomenti giustizialisti contro Renzi. Non è un paraculo come altri del Pd.

Chi?
Indovini?

Veltroni. 
Veltroni non ha detto una parola su Renzi e Bersani. Lascia che il male assoluto sia D’Alema. E Massimo ci è cascato.

Un vero ingenuo.
Non è quel furbacchione che voi dipingete. Ha carisma, è vero, e perciò si parla sempre di lui. Ma è uno che si fida, come la storia delle interviste a Geremicca della Stampa.

Racconti. 
Geremicca è amico mio e suo. Nel Duemila D’Alema premier disse a lui che il centrosinistra avrebbe vinto alle regionali per 10 a 5. In caso contrario si sarebbe dimesso.

Vinse il centrodestra 8 a 7. 
E noi andammo a casa per un pezzo di Federico. La storia si è ripetuta oggi. Colloquio poi smentita. Tutto previsto

Vi sentite ancora? 
Non più, ma mi fa male vederlo incattivirsi così.

Lei ha scritto: “Salviamo il soldato D’Alema”. 
Aveva deciso di non ricandidarsi. Un bel gesto, finalmente un atto di furbizia. Tutta la corte dei miracoli sarebbe stata costretta a tirarsi fuori.

Ci ha ripensato. 
È la paura del vuoto. Gli altri suoi colleghi della Terza Via, da Clinton a Blair, girano il mondo a fare conferenze, guadagnando palate di soldi. Lui è costretto a fare polemiche con Renzi e poi a smentirle per non apparire provinciale.

Renzi vincerà?
Può vincere o perdere, ma vincerà comunque domani. L’anagrafe conta.

Non c’è scampo.
Tutto il sistema politico italiano sta invecchiando male.

Berlusconi come D’Alema.
Il Cavaliere sa perfettamente di essere finito.

Lavoravate nello stesso edificio, Palazzo Grazioli.
A 40 anni volevo un lavoro per non vivere più di politica.

Lobbista.
Lobbismo trasparente e lecito.

Un lavoro lei ce l’ha, D’Alema no.
Ed è questo il problema vero. E ha solo 60 anni.