De Bortoli (Corriere della Sera): “Basta premi ai manager o mi dimetto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2014 - 12:36 OLTRE 6 MESI FA
De Bortoli (Corriere della Sera): "Basta premi ai manager o mi dimetto"

De Bortoli (Corriere della Sera): “Basta premi ai manager o mi dimetto”

ROMA – “Scontro totale al Corriere della Sera” titola Libero, che riporta le parole del direttore Ferruccio De Bortoli: “Basta premi ai manager o mi dimetto”. “Bortoli si schiera con la redazione – scrive Nino Sunseri – per bloccare i bonus all’ad Scott Jovane e ai dirigenti. Domani il primo dei sette giorni di sciopero proclamati dai giornalisti”.

L’articolo completo:

In via Solferino i fuochi di guerra non si spengono mai. Il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli è pronto alle dimissioni se domani il consiglio d’amministrazione approverà i premi aziendali all’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e ai dirigenti di prima fascia. Le condizioni economiche dell’azienda non lo consentono di certo visto che la perdita dell’anno scorso è stata di 218,5 milioni.

A sollevare il problema erano stati alcuni consiglieri, nel corso di una precedente seduta, e, soprattutto, i giornalisti che da giorni fanno pubblicare comunicati di fuoco. Per dare maggiore consistenza alla protesta sono stati proclamati tre giorni di sciopero sui sette previsti: oggi incrocerà le braccia la redazione del Corriere della Sera. Domani i poligrafici che bloccheranno l’edizione di carta fermeranno il sito. Infine la Gazzetta dello Sport impedendo l’uscita di lunedì che per il quotidiano rosa è il numero di maggior rilevanza della settimana. Insomma la spaccatura tra il corpo redazionale e la dirigenza è ormai insanabile. De Bortoli, ancora una volta, si è schierato con i suoi colleghi e ha sconfessato il management. Una scelta di campo molto precisa che egli stesso aveva, in qualche modo teorizzato. Nel corso di un’intervista al Foglio di qualche settimana fa aveva detto che il Corriere aveva«molti soci e nessun editore». Una scomunica anche verso la gestione che il direttore giudica palesemente inadeguata. Lo scontro era già emerso con la vendita dello storico palazzo di via Solferino che Scott Jovane era riuscito a far passare nonostante le proteste della redazione. Ora la replica sul bonus che l’amministratore delegato ha chiesto come riconoscimento per i successi ottenuti sulla via del risanamento. I costi, in effetti, sono calati di 95 milioni. Trattandosi di un’impresa editoriale dove le spese per il personale sono di gran lunga le più importanti è evidente che i maggiori successi erano stati ottenuti tagliando organici, testate e redazioni. Insomma agli occhi della redazione era sembrata una danza macabra: i tagliatori che ricevono un premio
per l’elevato numero di teste che sono riuscite ad abbattere. Ora vedremo la risposta dell’amministratore delegato che già l’anno scorso aveva ottenuto un premio. L’aveva giustificato come compenso per aver lasciato Microsoft.
In ogni caso il suo cammino in via Solferino è ormai pieno di trappole. Viene considerato troppo legato a John Elkann. Nell’infuriare della battaglia con Diego Della Valle rischia di fare la classica figura del vaso di coccio. Tanto più che, all’orizzonte c’è una possibile alternativa. Urbano Cairo si è dichiarato disponibile ad incrementare la quota del 2,8%. Il patron della Tod’s lo ha candidato come responsabile operativo del gruppo di via Solferino. Cairo ha declinato l’invito dicendo di essere molto impegnato nella guida della sua casa editrice e soprattutto de La 7. L’emittente gli sta dando buone soddisfazioni. Nel primo trimestre la raccolta pubblicitaria è arrivata a 40,3 milioni (+ 5,8% sul 2013) Solo a marzo è salita del 13,4% a 15,2 milioni. L’editore piemontese dice di non avere tempo da dedicare a via Solferino. Tuttavia visto come si stanno mettendo le cose mai dire mai.

Camilla Conti sul Fatto Quotidiano:

In una sala Montanelli stracolma, ieri pomeriggio si sono riuniti i giornalisti del Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, i poligrafici (cioè i dipendenti non giornalisti) e i lavoratori di Rcs Mediagroup. Obiettivo: impedire l’assegnazione dei bonus all’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e ad altri 20 dirigenti messa all’ordine del giorno del cda di domani. Per i dirigenti sarebbe un premio per i risparmi di 92 milioni realizzati finora nell’ambito del piano di crisi. Risparmi che, sostiene il comitato di redazione, sono stati ottenuti alla voce “costo del personale”: l’azienda sosterrebbe quindi i costi dei premi ai dirigenti perché questi hanno ridotto i costi dei dipendenti. “Tutti capiscono che il nostro Paese è in difficoltà. Tutti tranne, evidentemente, i vertici di questa azienda che sembrano vivere sul pianeta Papalla”, attacca la nota del sindacato interno pubblicata ieri sul giornale annunciando anche sette giorni di sciopero. Oggi il Corriere sarà in edicola. A fare da mediatore è stato il direttore Ferruccio de Bortoli che ha minacciato le sue dimissioni se l’azienda concederà i premi in busta paga. E non solo perché era già pronta l’intervista esclusiva al presidente Usa Obama da pubblicare il giorno della sua visita romana. “La mia testa è qui sul tavolo se passano i bonus”, ha detto il direttore al cdr. Schierandosi dunque al fianco dei giornalisti che incroceranno le braccia domani, poi toccherà ai poligrafici infine ai colleghi della Gazzetta dello Sport, per un totale di 3 giorni di sciopero tra le due testate. MENTRE la base si agita, continua la pax armata fra gli azionisti. Ieri Urbano Cairo non ha escluso di aumentare la sua partecipazione in Rcs, oggi al 2, 84 %. Ciò non significa però candidarsi alla guida dell’azienda: mentre l’altro azionista con il 9 %, Diego Della Valle, continua a fare il suo nome per il rilancio della casa editrice, Cairo ha sottolineato di essere “molto impegnato con Cairo Communication che mi assorbe totalmente”. Quanto, infine, ai possibili premi ai manager, Cairo ha aggiunto: “Un’azienda può dare bonus a dei dipendenti nel momento in cui si arrivi perlomeno a vedere un pareggio di bilancio. Nel caso specifico se hanno fatto un buon lavoro direi: complimenti. Un bonus è importante. A maggior ragione se qualcuno ha subito anche dei tagli”.