Emilia Romagna. Vasco Errani: i candidati a presidente, elezioni entro novembre

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2014 - 11:01 OLTRE 6 MESI FA
Emilia Romagna. Vasco Errani: i candidati a presidente, elezioni entro novembre

Vasco Errani (LaPresse)

ROMA – Pd dopo la condanna di Vasco Errani, presidente della Regione Emilia Romagna.

Antonio Calitri sul Messaggero individua i “i temi caldi” del post dimissioni di Errani:

“Si va dai troppi candidati renziani alla successione di Errani al poco tempo per celebrare le primarie, bandiera della democrazia dal basso del partito, dal rischio che una fine traumatica della legislatura possa allontanare molti dalle urne e offuscare lo straordinario risultato ottenuto alle europee, che in Emilia Romagna è stato del 52,5% (11 punti oltre il 40,8% nazionale)”.

Ed è probabile, che si voterà in Emilia Romagna probabilmente già a ottobre, massimo novembre. Il poco tempo, nota Antonio Calitri,

“sembrerebbe impedire la celebrazione delle primarie costringendo Renzi a scegliere il candidato governatore tra almeno quattro che sono interessati a quella poltrona a suo nome. Tra i più accreditati ci sono il renziano della prima ora Matteo Richetti e quello della seconda ora, ma potentissimo sul territorio Stefano Bonaccini, oltre al sindaco di Imola Daniele Manca all’ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani. E per qualche ora era circolato anche il nome del sottosegretario Graziano Delrio, subito rientrato”.

Nelle ultime settimane è diventata di dominio comune la voce che Delrio non sia più tanto amato da Matteo Renzi.

Tra le candidature non renziane più forti c’è la vicepresidente della giunta Simonetta Saliera, fedelissima di Errani e sostenuta da bersaniani e cuperliani”.

Nelle ultime ore

“è spuntato il problema della legge elettorale con la quale andare a votare. Era prevista l’approvazione di una nuova legge ma l’anticipo del voto non permette cambiamenti e si andrà alle urne con l’attuale norma che prevede alcuni punti imbarazzanti per il partito, dal listino bloccato alla mancanza di misure sulla parità di genere. Nel centrodestra, leghisti e parte dei forzisti invocano le primarie mentre tra i grillini viene data per certa la candidatura a governatore dell’attuale unico consigliere Andrea Defranceschi”.

Tommaso Labate su Corriere della Sera spiega anche l’ipotesi Poletti:

Renzi e i suoi stanno per sperimentare il «bug» delle primarie. Con un partito a stragrande maggioranza renziana, infatti, è ovvio che le sfide per il dopo Errani sarebbero tutte fratricide. Tutti derby. Ecco perché, in una contesa alla quale si sono virtualmente iscritti l’ex ds Stefano Bonaccini e l’ex margherita Matteo Richetti (entrambi fedelissimi del leader) più il sindaco di Imola Daniele Manca, il premier-segretario potrebbe pescare dal mazzo una carta unitaria. E l’identikit oggi più gettonato al Nazareno è quello di un ministro emiliano. Non Graziano Delrio, che comunque rimane nel totonomi. Bensì il titolare del Welfare, Giuliano Poletti. Che, da ex presidente della Legacoop, ha un legame solido e antico con tutto il territorio. Molto solido. E molto antico.