Ettore Balestrero, dalla segreteria vaticana alla Colombia. Giornali: “Saltano prime teste”

Pubblicato il 23 Febbraio 2013 - 16:14| Aggiornato il 30 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ettore Balestrero lascia la segreteria di Stato Vaticano e diventa nunzio apostolico in Colombia. Quella di Balestrero è una delle ultime nomine del pontificato di Benedetto XVI.

La nomina è saltata subito all’occhio, considerato il ruolo del presbitero nelle vicende di Vatileaks. Balestrero è stato infatti stretto collaboratore del cardinal Tarcisio Bertone. Negli ultimi anni ha curato i rapporti della Santa Sede con lo Ior (l’Istituto per le opere di religione, cioè la banca vaticana).

Al posto di Balestrero Joseph Ratzinger ha nominato sotto-segretario della sezione rapporti con gli Stati monsignor Antonio Camilleri, consigliere di nunziatura presso la stessa sezione per i rapporti con gli Stati.

Sulla questione i giornali di oggi 23 febbraio dedicano ampio spazio. Marco Ansaldo, su Repubblica parla di “scandalo in Vaticano” in cui “saltano le prime teste”. Scrive Ansaldo:

“L’incarico a sorpresa assegnato a monsignor Balestrero è una nomina che fa rumore, perché giunge a soli 7 giorni dalla conclusione del regno di Joseph Ratzinger su Santa Romana Chiesa. Davanti a un Vaticano immerso in una crisi senza precedenti, con un pontefice dimissionario ufficialmente per motivi di salute, e di fronte all’apertura di un Conclave lambito dalla vicenda delle carte trafugate dall’Appartamento del Papa. Balestrero era fino a ieri a mezzogiorno il ‘golden boy’ della Segreteria di Stato, il governo vaticano. Quarantasei anni, cresciuto a Levanto, alle soglie delle Cinque terre, provincia della spezia, ottima famiglia di imprenditori, sacerdote a 26 anni. Il padre accolse bene la sua scelta di fede, benedicendolo così: ‘Se devi fare il prete, almeno fallo bene’. Insegnamento che don Ettore ha seguito alla perfezione. Incardinato presule a Roma, si è laureato in Diritto canonico, e 3 anni dopo è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede. Poliglotta (5 lingue), ottima presenza, grande versatilità, Balestrero ha prima lavorato all’estero nelle Nunziature in Corea, Mongolia e Paesi Bassi. E nel 2009 è tornato a Roma come ‘vice ministro degli Esteri’.

Ancora Ansaldo:

“Una carriera folgorante. Decisionista (e criticato all’interno per questo), a diretto contatto con il “ministro degli Esteri” Dominique Mamberti, in alto don Ettore è sempre stato apprezzato dal Segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Ma, abilissimo, ha intessuto rapporti di amicizia con molte eminenze. Anche con colui che i media hanno poi considerato come l’antagonista di Bertone, il cardinale Mauro Piacenza, genovese, prefetto della Congregazione per il Clero. In mezzo, trattative condotte con successo con Israele, Palestina, Cina. E dossier scottanti, come quello relativo alla trasparenza e all’antiriclaggio. Balestrero, pur non maneggiando direttamente le questioni riguardanti lo Ior (che spettano al Sostituto, monsignor Angelo Becciu) ha guidato la delegazione vaticana all’assemblea dell’organismo europeo di controllo Moneyval. Promosso l’arrivo alla guida dell’Aif (l’Autorità di informazione finanziaria del Vaticano) dello svizzero RenéBruelhart. Si è fatto amici (nell’Appartamento papale) e nemici (allo Ior e in qualche ambiente istituzionale italiano). E in questi giorni in cui gli intrecci tra finanza e scandali emergono in Vaticano, il nome dell’influente monsignore ligure è stato più volte tirato in ballo, pur senza imputargli alcunché. ‘Balestrero allontanato’, esultavano ieri alcuni. Ma la lettura è doppia. C’è una promozione chiara: ‘Nunzio apostolico’, cioè ambasciatore, con elevazione alla «dignità di arcivescovo» decisa da tempo, prima delle dimissioni papali, perché le procedure di accreditamento richiedono mesi per il gradimento da parte del governo ospitante. Però la Colombia è per l’appunto un Paese lontano, e non di primissima fila (non è né il Brasile, né gli Stati Uniti). ‘È una nomina anomala — giudica un osservatore navigato di cose vaticane — ma ad essere anomalo qui, oggi, è tutto il contesto’. La firma apposta è quella del Papa. Che ha lasciato per un momento gli esercizi spirituali di questa settimana per promuovere/ sostituire un uomo che agiva su un tavolo fondamentale”.

Segue l’articolo di Repubblica:

“Perché, fra gli altri suoi compiti, Balestrero era anche la persona chiamata a compiere scelte importanti su enti e organismi collegati con la Segreteria di Stato. Come la Caritas, ad esempio, obiettivo di una riforma della gestione relativa alle donazioni non ancora andata in porto. E conseguenti accuse alla Segreteria di Stato di voler accentrare ancora di più i suoi poteri. Balestrero in Colombia dovrà preparare la visita del Papa, prevista a sorpresa da Benedetto assieme a quella già programmata in Brasile a luglio per la Giornata mondiale della Gioventù. Perché il suo successore, il nuovo pontefice, se sarà d’accordo, oltre al viaggio a Rio, quest’anno andrà anche a Bogotà. L’America Latina sta sempre più a cuore alla Chiesa”. 

Oltre Repubblica,  la notizia rimbalza sui principali giornali. Il Messaggero a pagina 12 scrive: “”Vaticano, il papa cambia….trasferito uomo di Bertone”.

Il Corriere parla invece a pagina 14 soltanto di”‘promozione’ in Colombia del sottosegretario vaticano”. Scrive Maria Antonietta Calabrò:

“Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, ha voluto precisare che la nomina è diventata operativa dopo che il governo colombiano ha accettato la designazione. Essa, perciò, ‘non ha nulla a che vedere con gli articoli di stampa usciti in questi giorni’. Ma la promozione segna certamente un cambiamento di equilibri. Visto che lo stesso Balestrero, da tre anni e mezzo ‘viceministro’ degli Esteri, ha curato alcuni dei più delicati dossier vaticani: dallo status dei beni ecclesiastici in Israele, ai rapporti con la Cina e con il nostro Paese, fino all’adeguamento agli standard internazionali antiriciclaggio passato sotto l’esame di Moneyval. Era, fino a ieri, anche considerato uno dei potenti monsignori di Curia in grado di giocare un ruolo nel pre Conclave. ‘Lo Ior non c’entra niente — viene sottolineato in Vaticano — con la decisione su di lui’, che peraltro ‘non ha avuto alcun ruolo nelle recenti nomine’. Ecco: forse questa «voce di dentro», spiega più di tante cose. La nomina del nuovo presidente dello Ior, il tedesco von Freyberg, aveva visto Balestrero di fatto ‘sconfitto’. “

Libero parla apertamente di  “scandali in Vaticano, cade la prima testa”.

Infine La Stampa titola “nuova scossa in Curia, Balestrero se ne va”. Nell’articolo, Andrea Tornielli parla di  “nomina inaspettata, che scombussola gli assetti interni della Segreteria di Stato”.