Europee, “Beppe Grillo guadagna da fermo”. Elisabetta Gualmini al Fatto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Maggio 2014 - 12:01 OLTRE 6 MESI FA
Grillo guadagna da fermo

Beppe Grillo (LaPresse)

ROMA – “Antieuropeismo, sistema proporzionale e un elettorato facile da mobilitare”. Sono queste, secondo Elisabetta Gualmini politologa e presidente della Fondazione di ricerca dell’Istituto Carlo Cattaneo, i tre alleati di Grillo alle prossime elezioni europee.

L’intervista di Alessio Schiesari sul Fatto Quotidiano:

Gli ultimi sondaggi danno il Movimento 5 stelle al 25 per cento. Dove può arrivare?

C’è una differenza tra le elezioni politiche e le europee. Per le prime conta molto la campagna elettorale, come testimonia la rimonta di Berlusconi nel 2006 grazie alla promessa di abolizione dell’Ici. Il voto per le europee è invece un voto di identità dove conta il radicamento. Confermare il 25% delle politiche sarebbe un grande risultato, perché significherebbe che il partito si è già radicato. D’altra parte, in questo momento, è l’unico partito di opposizione: ha rubato a lo spazio politico a Berlusconi. Ma ci sono altri fattori che giocano a favore di Grillo.

Quali?

L’antieuropeismo crescente che il M5s sa intercettare, il sistema proporzionale che non premia le alleanze e l’elettorato del M5s: è facile portarlo a votare. Invece alle amministrative sarà molto più complesso.

A quali partiti il M5s sta “rubando” voti?

Per capirlo bene bisogna aspettare l’analisi dei flussi. Credo però che il Pd stia recuperando alcuni elettori che alle politiche avevano scelto Grillo. Questi vengono compensati da chi si sta allontanando da Forza Italia, un partito oggi debole come il suo leader. È una questione di contesto politico, non si può quindi dire che Grillo si stia muovendo verso destra: lui sta fermo, continua a dire cose di destra, come gli attacchi ai sindacati, e cose di sinistra, come quelle sulla precarietà. In questo è abilissimo.

Qual è l’identikit dell’elettore grillino?

Tanti giovani, soprattutto. Ma c’è anche una parte di cinquantenni e sessantenni con figli colpiti dalla crisi. Non sto parlando di “periferici”, cioè disoccupati o poveri, ma pezzi di vecchia classe media che ha paura per sé e per il futuro dei propri figli.

Le altre forze euroscettiche, Forza Italia e Lega, come stanno?

Secondo i recenti sondaggi solo il 30 per cento degli italiani si definisce euroscettico. Stiamo quindi parlando di un bacino sì grande, ma non enorme. La Lega di Salvini si muove bene: vuole replicare Marine Le Pen ed è sempre più spostata a destra. La loro posizione è chiara, per questo cresce. Forza Italia invece sconta una crisi di identità: non può affermare “usciamo dall’Euro”, perché tanti suoi elettori lo vivrebbero come una sciagura, ma cerca di dire qualcosa di diverso da Renzi.

Come legge queste elezioni?

È una sfida a tre: Grillo, partiti tradizionali e astensione. In questo momento astenuti e indecisi stanno al 40 per cento. Tra i partiti tradizionali Renzi guadagna, Berlusconi sembra perdere. Grillo cercherà di prendere voti tra i delusi che non vorrebbero andare a votare, ma non li può intercettare tutti.