“Federico Rampini di Repubblica copia”: Marion Sarah Tuggey su Twitter accusa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Febbraio 2015 - 16:47| Aggiornato il 22 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA
"Federico Rampini copia": l'accusa della traduttrice Marion Sarah Tuggey

“Federico Rampini copia”: l’accusa della traduttrice Marion Sarah Tuggey

ROMA – Italia Oggi attacca Federico Rampini e Libero rilancia. L’accusa, per un giornalista di rango come lui, è tra le più sgradevoli: quella di copiare i suoi articoli da altri e firmarli. Copiare e tradurre il 70-80% dei suoi pezzi limitandosi ad aggiungere qualche considerazione propria e la firma.

Un’accusa, quella nei confronti della firma di Repubblica, che nasce dalla rete. E da un account Twitter, quello di Marion Sarah Tuggey, di professione traduttrice e collaboratrice di un terzo quotidiano, Il Foglio.

Tuggey sul suo profilo accusa sistematicamente Rampini di copiare. Non si limita ad accuse generiche, correda tutto dagli articoli originali, del Washington Post e del New York Times, che a suo dire Rampini si limiterebbe a tradurre.

Attacco non certo elegante, e certamente ingeneroso, che però evidentemente piace a Italia Oggi che al caso del presunto copiato dedica un lungo articolo firmato Bonifacio Borruso:

Ha il volto carino di una giovane poco più che trentenne la bestia nera di Federico Rampini, il celebrato corrispondente di Repubblica dagli Stati Uniti e saggista di successo. Il volto è quello di Marion Sarah Tuggey, che nella vita fa la traduttrice free lance per il Foglio, Eunews, Rivista Studio e, finché è esistita, anche Europa. Col suo profilo Twitter, @masaraht, 1.678 persone che la seguono, Tuggey segnala con precisione tutte le volte che Rampini pésca abbondantemente dalle cronache altrui, non limitandosi a segnalare il caso, ma pubblicando in maniera sinottica i link dei due articoli, quello del quotidiano di Ezio Mauro e quello della fonte originale, sia esso il New York Times, Financial Times, il sito della Cbs, quello dell’Asia.Nikkei.com.

Tuggey, talvolta, accusa il grande giornalista di copiare, trasformando per esempio in intervista, la lunga risposta della paladina anti-Ogm, Vandana Shiva, data sul suo sito al New Yorker che l’aveva attaccata. Il 3 ottobre scorso pubblicava il link al sito vandanashiva.com con questa chiosa: «Per chi vuole l’originale dell’intervista alla Shiva». Altre volte, la severissima Tuggey denuncia che, a fronte di una citazione della testata straniera, Rampini utilizzi, traducendolo più o meno letteralmente, il 70-80% dell’articolo originale.

Per questa sua attività la twitter-indignada ha pure coniato un tag, ossia una parola chiave di Twitter, #rampinomics, per cui oggi basta fare una ricerca sulla stessa piattaforma o «googlare» il termine, per far emergere i molti cinguetti-denuncia. I quali tweet sono sempre molto correttamente inviati anche all’interessato, Rampini cioè, in quanto Marion Sarah Tuggey non fa certo le cose di nascosto.

A Italia Oggi si è immediatamente associato il quotidiano Libero a cui non è evidentemente parso vero di poter attaccare una delle firme più prestigiose di Repubblica. Così in un pezzo apparso sul sito di Libero non firmato:

Federico Rampini, firma di punta di Repubblica, ha un vizio: il copia e incolla. Il celebrato corrispondente debendettino dagli States viene infatti costantemente sbugiardato da Marion Sarah Tuggey, traduttrice free lance per Il Foglio, Eunwes e Rivista Studio. La signora, infatti, dal suo profilo Twitter @masaraht, segnala tutte le occasioni in cui Rampini scopiazza gli altrui articoli. Ma la Tuggey non si limita a una mera segnalazione, già, perché pubblica in maniera sinottica i due link degli articoli, quello della fonte originale (spesso il NY Times o il Financial Times) e quello del buon Rampini. Non solo “scopiazzamenti”, ma anche stravolgimenti. La Tuggey ha infatti accusato il corrispondente di Repubblica di aver trasformato in un’intervista quella che, in verità, era una lunga risposta scritta da Vandana Shiva, la crociata anti-Ogm, sul suo sito personale per replicare alle accuse del New Yorker. La Tuggey, infine, ha anche denunciato che nei casi in cui Rampini cita la fonte straniera, nei suoi articoli poi (ri)appare – tradotto pari pari – circa il 70-80% dell’articolo originale.

La più feroce però resta la Tuggey. Che a Rampini sembra aver mosso una specie di guerra personale. Certo ridurre il contenuto di Rampini a un “copia e incolla” è affermazione spregiudicata e smentita, nei fatti, da decine e decine di articoli pubblicati in tanti anni di carriera.