Forestale in permesso per gravi motivi familiari. Faceva film per adulti a Miami

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Novembre 2016 - 09:50 OLTRE 6 MESI FA
Forestale in permesso per gravi motivi familiari. Faceva film per adulti a Miami

Forestale in permesso per gravi motivi familiari. Faceva film per adulti a Miami

POTENZA – In congedo retribuito per “gravi motivi familiari”, in realtà l’agente della Forestale era a Miami a girare un film per adulti. E’ la bizzarra doppia carriera di un 43enne che però è stato scoperto, sospeso dal servizio e indagato per truffa aggravata. All’uomo sono stati contestati quei 36 giorni che aveva ottenuto come permesso retribuito per assistere un parente malato, come scrive Repubblica:

Inclusi quelli “dal 23 luglio al 10 agosto 2015”, quando “si recava negli Stati Uniti per girare un film a luci rosse”. Il caso era emerso agli inizi dell’anno quando sotto gli occhi dei suoi superiori era apparso il “trailer” del film, ancora in vendita sul sito di una procace star di base a Las Vegas. A giugno il diretto interessato aveva presentato a sua volta denuncia contro ignoti per averlo diffuso su WhatsApp, dove è bastato poco perché diventasse virale tra amici e conoscenti. Agli agenti della polizia postale il forestale aveva spiegato di essere un habitué della capitale della Florida da diversi anni, e di essere stato realmente “adescato” da due signore nella piscina di un albergo, come si vede nel video. Ma aveva aggiunto di non essersi reso conto, data anche la scarsa conoscenza della lingua inglese, di aver appena superato il “casting” per una produzione per adulti.

Non si sa chi abbia fatto girare il video, fatto sta che qualcuno ha informato i vertici del Corpo Forestale ed è partita l’inchiesta sui quei permessi. Il giudice ha bocciato la tesi dell'”attore a sua insaputa”.

Dal momento che “le circostante di tempo e di luogo (…), gli impegni economici sostenuti dall’indagato, il profilo professionale dell’attrice protagonista, la pubblicazione e pubblicizzazione online, fanno evidentemente ritenere che l’attività sia stata regolarmente retribuita”. Di qui la sospensione dal servizio per 3 mesi, più un giudizio disciplinare appena aperto. Anche per i suoi superiori quel video “stante le modalità di ripresa, non è da considerarsi ad uso personale, né effettuato senza la sua conoscenza”. Tutt’altro che una trappola vietata ai minori.