Il prezzo per le Primarie: due euro a voto. Paolo Tessadri, Fatto Quotidiano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Marzo 2014 - 09:45 OLTRE 6 MESI FA
Il prezzo per le Primarie: due euro a voto. Paolo Tessadri, Fatto Quotidiano

Il prezzo per le Primarie: due euro a voto. Paolo Tessadri, Fatto Quotidiano

ROMA – “Due euro rimborsati in cambio del voto – scrive Paolo Tessadri sul Fatto Quotidiano – Finiscono in spiccioli le primarie del Pd a Reggio Emilia per la scelta del futuro sindaco e successore di Graziano Delrio. E la procura apre un fascicolo su presunte irregolarità”.

La scorsa domenica iscritti e simpatizzanti del centrosinistra dovevano scegliere il candidato sindaco tra quattro nomi, due del Pd, uno di Sel e un ex dell’Idv. Per il Pd si era candidato Franco Corradini, 55 anni, comunista di vecchia data, passato dalla Fgci alla segreteria cittadina del partito, fino all’assessorato in Comune. Da otto anni in giunta con Delrio. Che qualcosa di strano stesse succedendo se ne sono accorti in molti già nelle prime ore della mattinata. Frotte di immigrati arrivavano ai seggi, accompagnati dai capi bastoni delle varie etnie, dai cinesi ai nigeriani. Entravano, votavano, uscivano e si beccavano i due euro di rimborso (la quota da versare). Spesso i capibastone stazionavano per ore davanti alle urne per consigliare i connazionali sul voto. Questi nuovi aderenti al centrosinistra avrebbero scritto sulla scheda il nome di Franco Corradini: conoscitore dell’ambiente degli immigrati, tanto che ha proprio la delega all’immigrazione.

Il flusso ininterrotto proseguiva ma a un certo punto il capobastone degli albanesi voleva entrare pure nel seggio per controllare il voto dei suoi connazionali. Ne è nato un battibecco con un presidente di seggio, che ha chiamato i Carabinieri. Intanto succedeva un altro incidente in un seggio. Il presidente della comunità del Burkina Faso, Abdou Yabrè, veniva avvicinato da un suo connazionale che gli chiedeva: “Cos’è questa storia che danno i soldi indietro?”. ORA PROPRIO YABRÈ racconta: “Lui è entrato ed un gruppo di persone gli ha chiesto per chi avrebbe votato. Se votava Corradini gli restituivano i soldi, doveva tornare con la ricevuta del voto”. Ma i contatti con gli immigrati sarebbero iniziati tempo prima. Ancora Yabrè: “Corradini mi ha detto che se fossimo andati a votare per lui il suo comitato ci avrebbe rimborsato un euro per ogni votante, dando la somma all’associazione”. Il 25 febbraio l’assessore sarebbe andato alla loro associazione e avrebbe fatto la promessa dei soldi. Yabrè rifiutava la proposta e ora precisa: “Se devo decidere chi potrebbe governare la città, non voglio che il candidato sindaco sia una persona che vuole comprare il mio voto”. Diversi testimoni raccontano di immigrati che pagavano di tasca loro i due euro per chi non poteva pagare, pur di farli andare a votare. Ci sarebbe stato anche un banchetto in un bar vicino a un seggio, dove bastava esibire la ricevuta del voto per vedersi restituire i soldi. Mentre i cinesi di Reggio ricevevano il giorno prima un sms (ovviamente in cinese): “Votate Corradini”. Era stato pure organizzato un bus navetta per portarli a votare. Gli immigrati per votare avrebbero dovuto mostrare la carta d’identità e il permesso di soggiorno, ma per quasi tutta la mattina di domenica non si chiedeva il permesso di soggiorno. Il procuratore capo di Reggio Emilia, Giorgio Grandinetti, ha aperto un’indagine conoscitiva: ci sarebbero diverse e convergenti denunce. Si potrebbe profilare il reato di voto di scambio, perché Corradini avrebbe proposto soldi da assessore all’immigrazione. Intanto ha perso le primarie, ma rimane in giunta. Sel e parte del Pd ne invocano le dimissioni. Lui respinge le accuse.