Imprese, perso il 9,2% negli ultimi dieci anni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Febbraio 2014 - 10:46 OLTRE 6 MESI FA

Imprese, perso il 9,2% negli ultimi dieci anniROMA – Ultimi in Europa per competitività di costo delle imprese e con la produttività del lavoro che dal 2001 ha bruciato 9 punti rispetto ai nostri competitor europei.

Scrive Marzio Bartoloni sul Sole 24 ore:

Tra i tanti indicatori diffusi ieri dall’Istat sono questi due forse i più emblematici per raccontare cosa è successo all’economia italiana in quello che ormai è stato ribattezzato il «decennio perduto». Un arretramento significativo che zavorra il nostro tessuto economico fatto soprattutto di Pmi. Ma che nonostante tutto può contare su 63,6 imprese ogni mille abitanti, ancora uno dei valori più alti in Europa. A dimostrazione che nel nostro Paese batte ancora un cuore manifatturiero.

Come detto l’Italia è fanalino di coda per competitività di costo delle imprese, un indicatore che prova a misurare l’efficienza dei processi produttivi (è calcolato come rapporto tra valore aggiunto per addetto e costo del lavoro unitario): nel 2010, ultimo anno a disposizione per un confronto, le imprese dell’Europa a 27 hanno prodotto mediamente circa 145 euro di valore aggiunto ogni 100 euro di costo del lavoro. Contro i 126,1 dell’Italia, dato peggiore nell’Ue, che però nel 2011 è salito a 128,5. Il nostro Paese ha perso inoltre quasi 10 punti dal 2001 al 2010 (da 135,8 a 126,1) mentre in Romania (prima nella graduatoria) si è passati da 163,4 a 211,7.

Quasi dieci punti percentuali sono stati persi anche sul fronte della produttività del lavoro: nel periodo 1992-2012 si è registrato una crescita media annua dello 0,8%,, con un calo dell’1,2% nel 2012. Una crescita troppo soft che ha fatto sì che alla fine del decennio la nostra produttività del lavoro risulti sostanzialmente allineata con la media Ue, mentre nel 2002 era più elevata del 9,2%. Nell’Europa a 15 solo Grecia e Portogallo fanno peggio di noi. Negli ultimi dieci anni migliorano le performance invece l’Irlanda e, in misura minore, la Spagna (…)