Inter-Milan, derby Expo: c’è “fame” di punti

di redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2015 - 09:52 OLTRE 6 MESI FA
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La prima pagina della Gazzetta dello Sport

MILANO –Inter-Milan, derby Expo: c’è fame di punti” è il titolo che La Gazzetta dello Sport dedica al derby di Milano in un articolo a firma di Sebastiano Vernazza che riportiamo di seguito per la nostra rassegna stampa online.

A Milano sta per cominciare l’Expo. I lavori sono in ritardo, ma il primo maggio si terrà lo stesso l’inaugurazione, la data è quella. Su Milano incombe uno dei derby più tristi della storia calcistica della città, Inter e Milan sono intruppate a centroclassifica. Il tema dell’Expo è il cibo: «Nutrire il pianeta, energia per la vita». La manifestazione sarà suddivisa in padiglioni e ci siamo divertiti a replicarne lo schema per il derby. Ecco che cosa offre il Padiglione Inter-Milan.

Piatto forte l’asado , che sarebbe la carne alla brace. Carne rossa di alta qualità. Addetti alla griglia Mauro Icardi e Rodrigo Palacio. Il primo è vice-capocannoniere con 16 gol, pur nell’economia di una stagione sbagliata (per la squadra). Il secondo coniuga il gusto per l’assist e la capacità di segnare, i report gli accreditano la creazione di 43 occasioni. All’Inter il Padiglione Argentina non è più affollato come una volta, quando c’erano Zanetti, Cambiasso, Samuel e altri, ma l’asado resta dominante, alla Pinetina di Appiano.

Piatto forte i formaggi. Se l’Inter ha un’anima argentina, lo spirito del Milan rimane olandese. Non sono più gli anni del trio formato Gullit, Van Basten e Rijkaard, oggi il tifoso deve accontentarsi del duo De Jong-Van Ginkel. Dove sarebbe il Milan senza i 156 palloni recuperati da De Jong o senza i suoi 175 lanci? De Jong non è Rijkaard, ma il suo lavoro ha evitato che la squadra precipitasse ancor di più. Van Ginkel non è Van Basten, ma le ultime prestazioni lo hanno rivalutato: non è così scarso come sembrava, anzi. De Jong è un formaggio a pasta dura, Van Ginkel per ora sembra cremoso (ma si farà).

Piatto forte la feijoada , la fagiolata con carni, frattaglie e riso. Non sono più i tempi di Ronaldo, oggi la brasilianità è rappresentata da Jonathan, Dodò, Felipe, Juan Jesus e Hernanes: una discreta fagiolata, ma senza offesa per nessuno i cinque tutti assieme non fanno il Fenomeno. Nel derby giocheranno Juan Jesus ed Hernanes: né l’uno né l’altro hanno finora lasciato grandi segni. All’Inter non ci sono più i brasiliani di una volta?

Piatto forte il jamon serrano , prosciutto a lunga stagionatura. Il Milan con gli spagnoli ha però avuto spesso le fette di prosciutto sugli occhi. José Mari, Javi Moreno, Didac Vilà, Adrià Carmona Perez, Bojan Krkic e Fernando Torres: chi salvereste tra questi spagnoli che sono stati rossoneri? A questo giro però uno spagnolo è stato azzeccato in pieno: Diego Lopez è un signor portiere. E in panchina siede il giovane Suso, protagonista di un incoraggiante spezzone contro la Samp. Non tutti gli spagnoli vengono per nuocere?

Piatto forte il gulasch , nelle sue varie declinazioni nazionali, come il Ciganski gulaš in Serbia e in Croazia. All’Inter giocano Handanovic e Khrin (sloveni), Vidic e Kuzmanovic(serbi), Brozovic e Kovacic (croati). Un gulasch di slavi, ma domani partiranno titolari soltanto Handanovic e Vidic. Il primo è un noto pararigori, nella stagione in corso ne ha disinnescati sette su otto. Il secondo pare un lontano parente del difensore ammirato al Manchester United. Mancini e Mihajlovic sono grandi amici, però il Mancio non sembra avere molto feeling con i giocatori slavi.

Piatto forte il foie gras , il fegato d’anatra o d’oca. Il fegato s’ingrossa ai tifosi milanisti quando Mexes dà fuori di matto o Menez non passa il pallone neppure per sbaglio (anche Rami è francese ma di origini marocchine, per cui è probabile che sia cresciuto mangiando dell’altro). Dai francesi al Milan puoi aspettarti di tutto, l’alfa e l’omega. Un conto era Papin, un altro Dugarry, un altro ancora Desailly. Sono francesi e non sai mai come vanno presi. Menez l’«egoiste» è vice-Tevez con 16 gol, ergo ha ragione lui a giocare uno contro tutti.

Piatto forte gli spaghetti con sughi vari. Una volta questo era il derby di Mazzola e Rivera, di Corso e Prati,di Bergomi e Franco Baresi. Domani dovrebbero essere in campo sei italiani: D’Ambrosio e Ranocchia nell’Inter, Abate, Antonelli, Poli e Bonaventura nel Milan. Con rispetto parlando, niente a che vedere con gli italiani di cui sopra. L’Italia è diventata un contorno, non soltanto nel derby.

Piatto forte il kedjenou , a base di pollo e verdure. Nell’Inter debutterà il diciottenne ivoriano Assane Gnoukouri. È un padiglione piccolo, un padiglioncino, ma a volte nei piccoli ristoranti si mangiano i piatti migliori. In ogni caso non abbiamo scelta: o mangiamo questa minestra (il derby) o saltiamo dalla finestra (meglio la prima).