Lady Gaga, Annie Lennox, Bryan Adams… il pop-rock su butta sulle cover

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Settembre 2014 - 13:48 OLTRE 6 MESI FA

 

Lady Gaga, Annie Lennox, Bryan Adams... il pop-rock su butta sulle cover

L’articolo del Corriere della Sera

ROMA – Lady Gaga, Tony Bennett, Annie Lennox, Bryan Adams… Se non si trovano potenziali hit ci si butta sugli spartiti del passato. E nelle prossime settimane usciranno album che di ritorno al passato, tra cover e riarrangiamenti, ne hanno parecchio. L’album più atteso è quello di Lady Gaga e Tony Bennett.

Andrea Laffranchi per il Corriere della Sera scrive:

La popstar più trasgressiva del nuovo Millennio e l’ultimo dei grandi crooner avevano già fatto coppia nel 2011: avevano cantato assieme «That Lady Is a Tramp» in un disco di duetti di lui. Si erano piaciuti e così hanno dato vita a un intero album di rivisitazioni del passato. «Cheeck to Cheeck» (23 settembre) è il titolo del disco in cui la coppia ha spulciato il cosiddetto songbook americano, il canzoniere a stelle e strisce. Nessuna forzatura, nessuna rilettura avventurosa per brani come «It Don’t Mean a Thing (If It Ain’t Got That Swing)» o «Sophisticated Lady». «Era importante per lui che questo fosse un disco jazz. Ho cantato musica jazz sin da quando ero bambina e volevo davvero mettere in mostra questo mio lato. Abbiamo fatto un album di standard ma con un che di moderno», ha dichiarato Gaga. «È una cantante fantastica e spero che tutti i suoi fan abbracceranno questa musica e si lasceranno andare allo swing», ha aggiunto Bennett.

C’è un’altra signora della canzone, Barbra Streisand, che ha trovato riparo sotto l’ombrello dei classici. Anzi doppio ombrello, visto che per «Partners» (16 settembre) ha chiamato una voce maschile per ogni canzone: tra di loro Andrea Bocelli, Michael Bublé (uno che con le cover, quelle dei crooner, ci è nato), Billy Joel, John Legend, John Mayer, Stevie Wonder e un incontro virtuale con Elvis Presley. Qui lo spettro temporale è più largo: dagli anni Venti a fine anni Settanta. C’è un’altra signora della canzone, Barbra Streisand, che ha trovato riparo sotto l’ombrello dei classici. Anzi doppio ombrello, visto che per «Partners» (16 settembre) ha chiamato una voce maschile per ogni canzone: tra di loro Andrea Bocelli, Michael Bublé (uno che con le cover, quelle dei crooner, ci è nato), Billy Joel, John Legend, John Mayer, Stevie Wonder e un incontro virtuale con Elvis Presley. Qui lo spettro temporale è più largo: dagli anni Venti a fine anni Settanta.

Le cover vengono spesso utilizzate per segnare il ritorno di un personaggio dopo anni di silenzio. Un modo per tastare il terreno senza fare troppi sforzi. È il caso di Bryan Adams che era rimasto fermo a «11», uscito nel 2008. Con «Tracks of My Years» è andato a pescare nella sua memoria musicale di ragazzino. E in quella fotografica di famiglia, visto che per la copertina ha scelto un ritratto in bianco e nero in cui lo si vede con i capelli lunghi e camicia e jeans aderentissimi. «Selezionare queste canzoni è stato un lungo lavoro — ha dichiarato il rocker canadese —. Ne abbiamo registrate parecchie prima che quelle giuste in qualche modo si presentassero da sole, o suonassero sufficientemente diverse dalle originali. Siamo rimasti in studio per circa 3 mesi, spalmati su un periodo di 2 anni». Nel disco sono finite tra le altre «Lay Lady Lay» di Bob Dylan, «Any Time at All» dei Beatles, «God Only Knows» dei Beach Boys e quella «The Traks of My Tears» dei Miracles le cui lacrime (tears) trasformate in anni (years) hanno ispirato il titolo del lavoro. Panorama assai variegato. «Quando ero un teenager la radio la faceva da padrona e non faceva discriminazioni. Potevi sentire “Admiral Halsey” di McCartney e subito dietro “Kiss and Say Goodbye” dei Manhattans».