La legge anti-M5S: tutti gridano alla boiata, il Pd la ritira

Pubblicato il 21 Maggio 2013 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA

(Foto Lapresse)

ROMA – Un po’ autogol, ma anche un po’ autolesionsimo. E alla fine il Pd la ritira, la tanto contestata proposta di legge “anti M5S”. E’ la lettura che si può dare all’iniziativa del partito democratico che ha presentato un disegno di legge in Senato, a firma Anna Finocchiaro e Luigi Zanda, per dare personalità giuridica ai partiti. E dare quindi attuazione all’articolo 49 della Costituzione. Ma la proposta non poteva che suonare come una minaccia a chi partito non è: ovvero il Movimento 5 Stelle. Poche ore e il Pd medita il passo indietro, come si legge nelle parole di Zanda:

«Penso che l’Italia abbia cose più serie di cui occuparsi anche se credo che al Paese farebbe bene avere una normativa sui partiti politici. Ma non mi sembra che il clima che ha accolto una iniziativa vecchia di anni abbia la positività necessaria per essere portata avanti o soltanto discussa».

La mossa del Pd, quindi, non poteva che fornire materiale fresco ai grillini per gridare al complotto della casta, e non a torto visto il tempismo. Un autogol sottolineato dallo stesso Matteo Renzi. E’ la lettura che ne danno due editorialisti, Michele Brambilla su La Stampa e Stefano Folli sul Sole 24 Ore. Ecco cosa scrive Brambilla:

Grillo e i suoi, fino a una certa ora del pomeriggio, apparivano in difficoltà. Era successo che domenica sera, a Report, Milena Gabanelli, dopo aver parlato del finanziamento dei partiti, aveva posto al Movimento Cinque Stelle due domande: che fine fanno i proventi del blog di Grillo, e quanto guadagna la Casaleggio e Associati dalla pubblicità sul sito. Due domande destinate a restare senza risposta sia durante la trasmissione – Casaleggio, assicura la Gabanelli, ha rifiutato l’intervista – sia dopo.

Sempre ieri, proprio mentre Grillo e i suoi si affannavano nella titanica impresa di far apparire Milena Gabanelli come un ventriloquo della Casta, ecco che dai partiti è arrivato l’autogol che ha cambiato la partita. Il Pd ha infatti presentato al Senato un disegno di legge che introduce la «personalità giuridica» dei partiti. Lasciamo agli azzeccagarbugli i dettagli. La sostanza è che, se passasse una legge del genere, il Movimento Cinque Stelle sarebbe costretto o a rinnegare se stesso – diventando un partito – oppure a non presentarsi alle elezioni. E siccome Grillo ha già detto che il suo movimento non diventerà mai un partito, una legge del genere avrebbe l’effetto di tenere i Cinque Stelle fuori dal Parlamento. È bastata la notizia di questo disegno di legge, dunque, a levare i grillini dagli impicci, e a consentire loro di gridare al complotto. E non senza ragioni, stavolta. Il Pd ha già forzato la mano nelle regole delle sue primarie, pochi mesi fa: ora cerca di eliminare Berlusconi dichiarandolo ineleggibile e il Movimento Cinque Stelle costringendolo a cambiare pelle. Si può pensare di risolvere così i propri problemi?

E Folli:

Una mossa politica che non tiene conto del momento, e perciò del requisito dell’opportunità, rischia di avere pesanti contraccolpi senza riuscire a centrare il bersaglio. Sotto questo profilo, l’iniziativa Finocchiaro-Zanda è una mossa politica, ma è stata attuata nel momento meno propizio che si poteva scegliere. Peraltro i Cinque Stelle si chiamano “movimento” e non partito: come dire che non hanno e si presume non vogliono avere una personalità giuridica. Del resto, Grillo il finanziamento pubblico non lo vuole. Almeno fino a oggi. E in ogni caso, se la proposta è stata avanzata non pensando ai Cinque Stelle, siamo di fronte a un singolare caso di ingenuità. Se invece c’era la volontà di mettere in difficoltà i “grillini”, allora bisogna riconoscere che il piano andava pensato meglio: perché l’esito è un mezzo pasticcio che serve solo a rilanciare la campagna anti-politica e anti-casta di Grillo e dei suoi allegri compagni. Curiosa procedura. Più i Cinque Stelle si dibattono in evidenti difficoltà, nel momento in cui passano dai romanzi alla realtà, più c’è qualcuno che finisce per fornire loro (certo in modo involontario) munizioni fresche al fine di riprendere la campagna contro il “potere”, facendo dimenticare le loro infinite e spesso elementari contraddizioni.