Libero: “Giulia Innocenzi mette in rete i suoi strafalcioni”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Novembre 2013 - 11:03 OLTRE 6 MESI FA
Libero: "Giulia Innocenzi mette in rete i suoi strafalcioni"

Libero: “Giulia Innocenzi mette in rete i suoi strafalcioni”

ROMA – Giulia Innocenzi, bocciata dall’ordine dei giornalisti, ieri (4 novembre), su Facebook, ha pubblicato la prova scritta e le valutazioni della commissione. Libero, dopo essersi disinteressato della vicenda (“La notizia ci aveva lasciati sostanzialmente indifferenti”) oggi, carte alla mano, risponde (“La Innocenzi mette in rete i suoi strafalcioni”) e ironizza: “a Giulie’, stacce!

Questo il link con la prova pubblicata su Facebook

“Le frasi concepite da Giulia Innocenzi, difatti, possiedono la sincopata lapidarietà di quelle che uno detta al telefono per inviare auguri o condoglianze”. 

Un esempio: «È di una settimana fa il messaggio del presidente della Repubblica alle Camere per chiedere di rispondere con urgenza al problema delle carceri. È la prima volta che Napolitano si avvale dello strumento previsto dalla Costituzione e lo fa dopo aver visitato il carcere di Poggioreale. Napolitano ha ricordato che l’Italia detiene il triste primato europeo sul sovraffollamento carcerario». Ma questo è davvero il meno.

Giulia mostra un amore viscerale nei riguardi delle frasi fatte, cui ricorre con inquietante frequenza. E a volte, forse, se ne stanca pure lei, tanto da decidere di stravolgerle dando così vita a irresistibili effetti comici. Come quando si occupa di Matteo Renzi, il quale, secondo la Innocenzi, è stato accusato di voler «solleticare la pancia dell’elettorato». Una roba da ridere, appunto. Increscioso anche l’errore di sintassi, non a caso sottolineato in blu dalla commissione, contenuto nel periodo «Immediate le critiche da parte dei ministri Zanonato, Lupi e Bonino. A cui hanno fatto seguito quelle dei dirigenti del Pd…», con quel pronome relativo piazzato subito dopo un punto fermo. I passaggi più imbarazzanti, tuttavia, sono quelli in cui l’aspirante giornalista professionista tenta la strada della rievocazione storica. «Sono trascorsi settant’anni dal rastrellamento nazista del ghetto di Roma, ma Lello Di Segni, l’unico sopravvissuto ancora in vita insieme a Enzo Camerino, ricorda ogni attimo con memoria vivida».

È convinzione di Giulia Innocenzi, evidentemente, che a meritare l’attributo di «vivido» non debbano essere i ricordi bensì direttamente la memoria. Ma andiamo avanti: «La mattina del 16 ottobre 1943 irruppero alla sua porta le SS con i mitra in mano…». Erano dei mitra molto piccoli, si vede, quelli imbracciati dalle SS, se potevano essere tenuti in mano alla stregua di una rivoltella. E come non restare colpiti, poi, dall’irrompere delle milizie naziste non nell’abitazione di Di Segni ma «alla sua porta»? L’elenco di brutture potrebbe proseguire a lungo ma lo spazio è terminato. E, del resto, si è ben capito come stiano le cose. Noi comprendiamo il dispiacere della Innocenzi per l’esito infelice della sua prova ma, visto che vive da molti anni a Roma, Giulia non faticherà a comprendere l’esortazione che le stiamo per fare. Ovvero: a Giulie’, stacce! E questo non è un errore di grammatica.