Libero: “I vescovi la mettono in croce, Rossella Orlandi chiede l’assoluzione”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Luglio 2014 - 12:29 OLTRE 6 MESI FA
Libero: "I vescovi la mettono in croce, Rossella Orlandi chiede l’assoluzione"

Rossella Orlandi, la nuova direttrice
dell’Agenzia delle
entrateLa nuova direttrice
dell’Agenzia delle
entrate

ROMA – “Ma siamo pazzi… La Chiesa in Italia fomenta l’evasione fiscale! Basterebbe pensare a quel “Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, detto da Gesù nel Vangelo. Basterebbe aprire il Catechismo… Ma la signora Orlandi si vada a leggere gli interventi di vescovi e sacerdoti sul tema e anche i discorsi dei papi, da Giovanni Paolo II a Francesco. No, davvero un delirio”.

In Vaticano, soprattutto tra prelati e “addetti ai lavori” italiani, la reazione è quasi unanime: le parole del nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, sono “un delirio”.

Scrive Caterina Maniaci su Libero:

«Cominciamo bene. Come un Tavecchio qualsiasi, il nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, alla sua prima uscita pubblica esordisce con una battuta insultante per i cattolici e, soprattutto, sbagliata», si legge nell’editoriale non firmato. Con riferimento, appunto, a quanto da lei dichiarato due giorni fa ad un convegno di Confcommercio. Sintetizzando: in fondo in Italia se si evade tanto il fisco è anche a causa dell’influenza della radicata cultura cattolica, che ha abituato il Paese «a fare peccato e ad avere l’assoluzione ».

La reazione è evidentemente dura e le parole del quotidiano dei vescovi rimandano a quel che la cultura e la dottrina cattolica dicono davvero «sull’evasione, considerato furto,cioè peccato grave, e forte ingiustizia sociale, rispetto alla quale i richiami dei vescovie dei sacerdoti nelle omelie sono frequenti e la battaglia di questo giornale è nota a tutti (tranne che a qualche dirigente pubblico) ».

La Orlandi ha recepito il messaggio.Consciadelle critiche che le sono piovute addosso, incalzata da Libero, che ha interpretato i sentimentidimoltapartedelmondocattolico, ha scrittouna lettera indirizzata al direttore delquotidianodellaCei,Marco Tarquinio, spiegando che la sua era solo una «battuta ironicasenzaalcunriferimento ai princìpi solidaristici della cultura cattolica che hanno sempre ispirato i miei comportamenti e la mia vita ».Poi le scuse: «Mi scusose le mie parole possano aver creato fraintendimentio aver urtato la sensibilitàdiqualcuno ». Caso chiuso? In ogni caso, non sarà male ricordare alcune cose, inordine sparso,anche per spiegare la reale portata dello «scivolone» del direttore dell’Agenzia delle EntrateOrlandi. Già dopo un paio di mesi dalla sua elezione al soglio pontificio, nel maggio del 2013, papa Francesco parlava della «corruzione tentacolare e una evasione fiscale egoista che hann oraggiunto livelli mondiali».

Nell’encliclica di Benedetto XVI Caritas in veritate, del 2009 si sottolinea molte volte come l’evasionefiscale siaunodeivolti di una finanza senza etica che rischia di distruggere l’Occidente, puntando anche concretamente il dito contro i vari «paradisi fiscali e off shore» sparsi per il mondo. Scendendo lungo la scala delle gerarchie ecclesiastiche, si incontrano le parole del presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che nel gennaio 2012, aprendo i lavori del Consiglio episcopale permamente, dice perentoriamente: «Evadere le tasse è peccato e per un soggetto religioso, questo è addirittura motivo di scandalo» (…)