Marco Baldini: “40 milioni nel ’91. Da lì l’abisso dei debiti di gioco”

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Novembre 2014 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA
Marco Baldini: "I creditori sono ex amici, urlano di rabbia notte e giorno"

Marco Baldini: “I creditori sono ex amici, urlano di rabbia notte e giorno”

ROMA – Chiamano notte e giorno, urlano e piangono di rabbia, rivogliono i loro soldi. Sono ex amici, alcuni di loro. Marco Baldini racconta la sua vita, “un inferno”, scandita dalle telefonate dei creditori.

Ha lasciato il programma radiofonico che conduceva con Fiorello “per non metterlo in pericolo”, anche se quel programma era la sua maggiore fonte di reddito.

E’ un cane che si morde la coda: non può lavorare perché se esce di casa lo inseguono e lo minacciano, se non lavora non ha soldi e i creditori lo assediano ancora di più.

Soldi, tanti soldi, vecchi debiti di gioco. Vecchi, perché Baldini spiega che con la ludopatia, la malattia del gioco d’azzardo, ha chiuso da anni.

Ma i soldi da restituire sono ancora tanti anche se non quantifica “per rispetto di chi guadagna mille euro al mese”. Lo ha intervistato Maria Volpe per il Corriere della Sera:

Queste persone proprio non molleranno? «No, alcuni sono ex amici, impazziti di rabbia, hanno bisogno di quei soldi. Sono disperati, piangono, urlano, non si rassegnano. I creditori non mi danno tregua. La mia vita è un inferno». Che vita è? «Quella di un uomo sfinito»

Ha paura? «Con la paura ci si abitua a vivere. Io sono solo sfinito. Quando mi sveglio alle sei cominciano le telefonate, le urla. E so che sarà così fino alla notte. Prima o poi dovrò smettere di lavorare completamente anche perché non ce la faccio più con la testa. Ho 55 anni, il mio fisico non regge. Mi verrà un infarto».

Poi spiega il motivo dell’addio al programma con Fiorello:

Ma perché non può continuare a lavorare con Fiorello? «Perché potrebbero arrivare lì e fare una piazzata tremenda. “Fuoriprogramma” non si registra in uno studio, ma in un bar in mezzo alla strada. Troppo pericoloso».

Fiorello che le ha detto? «Che gli dispiace, che non dovevo mollare perché finché non ho continuità sul lavoro non ne esco. Ed è vero». Quindi? «Quindi non ne esco».

Lavoro per lui non ce n’è, propone programmi in radio e tv ma rispondono “Non è il momento”. Baldini dice: “Non li biasimo”, sa che è più mancanza di fiducia che di opportunità lavorative. Infine, un rimpianto:

 Ha un rimpianto? «Sì. Era l’aprile del 1991. Avevo 40 milioni (di lire) di debito. Valerio, un amico di Cecchetto, me li ha prestati. Metà li ho usati per i debiti, metà li ho giocati. Da lì è nata tutta la tragedia. Quella è la pallina di neve che è diventata valanga. L’errore più grande della mia vita».