Marco Paolini a La Stampa: “Io attore per Checco Zalone, e allora?”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Novembre 2013 - 11:46 OLTRE 6 MESI FA
marco paolini

Marco Paolini (LaPresse)

ROMA – Marco Paolini, il cantore del Vajont, è nel cast di Sole a Catinelle, nuovo film con Checco Zalone, dove interpreta il ruolo del cattivo.

Ecco uno stralcio dell’intervista a La Stampa:

«Sono un attore. Perché no?», si stupisce Marco Paolini: sottinteso, variare è bello, e io variai. Telegrafico nella risposta, perché trovato nel bel mezzo delle prove per «Verdi, narrar cantando» insieme con il violoncellista Mario Brunello, che stasera va in scena a Verona, si scusa. «Ho la testa presa da tutt’altro che non il successo di “Sole a catinelle”». Successo che forse non migliorerà i rapporti con la sua terra d’origine, il Veneto, dove già fino all’estate scorsa c’erano cittadine in cui vigeva l’interdetto ad averlo ospite. E che adesso prende in giro selvaggiamente con il suo ruolo. Comunque no, non trova strano lavorare per Zalone e interpretare un personaggio così antitetico (ma a suo modo didascalico) rispetto a quanto da sempre mette in scena con il suo teatro, dal «Racconto del Vajont» a «Canto per Ustica»: «È lavoro», insiste.

I contatti sono stati facili: Giacomo Gagliardo, organizzatore generale per Taodue di «Sole a catinelle», era una persona di Padova con cui Paolini aveva già lavorato più volte in passato. Non sono neppure stati necessari i classici sei gradi di separazione per raggiungerlo. Il tempo c’era. «E allora perché no?»

Gennaro Nunziante, che di Luca Medici/Zalone è l’alter ego, regista, co sceneggiatore e co autore fin dagli anni in cui era sconosciuto ragazzotto pugliese di belle speranze, sostiene che la scelta è caduta sull’attore bellunese «per via del condiviso amore per i paradossi, per una certa ricerca dell’inconsueto» che li ha fatti optare, per esempio, per un’attrice rossa di capelli nel ruolo della moglie siciliana di Checco. «Quello di Paolini è un personaggio negativo, ma che all’inizio deve riuscire a sembrare quasi una brava persona, di sinistra e moderno, e solo in un secondo momento si rivela un oscurantista divorato dal tarlo dell’accumulo. Lui era perfetto». Convincerlo, aggiunge, non è stato affatto difficile. «Ha scelto in tutta libertà e coscienza da solo di rovinarsi la vita» (…)