Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Agibilità condominiale”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2013 - 08:07 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "Agibilità condominiale"

Manifestazione pro Berlusconi (LaPresse)

ROMA – “Agibilità condominiale”, questo il titolo dell’editoriale di Marco Travaglio di giovedì 28 agosto, sulle pagine de Il Fatto Quotidiano.

“Il 18 giugno è entrata in vigore la “Riforma della disciplina del condominio negli edifici”. Art. 71-bis: “Non possono svolgere l’incarico di amministratori di condominio i condannati per delitti contro la Pubblica amministrazione, l’Amministrazione della Giustizia, la fede pubblica, il patrimonio e ogni altro delitto non colposo punito con reclusione da 2 a 5 anni”. Nel caso in cui un amministratore in carica subisca una condanna per uno dei suddetti delitti, decàde subito dall’incarico. La legge è copiata dalla Severino del 2012 sull’incandidabilità e la decadenza dal Parlamento dei condannati a pene superiori ai 2 anni.

Con una fondamentale differenza: B. non è amministratore di condomini, bensì senatore della Repubblica, editore di tv e giornali, molto ricco e potente. Il che spiega perché Napolitano non spende mezzo monito per l’agibilità condominiale di un solo amministratore condannato e decaduto; nessun giornale tuona contro la filosofia giustizialista e manettara retrostante la riforma dei condomìni; e nessun costituzionalista o giurista o Onida o Capotosti o Violante invoca il ricorso alla Consulta per l’incostituzionalità della retroattività.

Già, perché l’amministratore di condominio viene cacciato su due piedi anche se condannato per un delitto commesso prima del varo della legge, pensata proprio per evitare che chi già ha rubato una volta maneggi ancora il denaro dei condòmini ricadendo in tentazione. Figurarsi la faccia dei condòmini se il pregiudicato dicesse: “È vero, ho svaligiato una dozzina di condomìni facendo la cresta sulle spese per il gasolio e facendo a mezzo col giardiniere, ma sono diventato buono”. Quelli comprensibilmente ribatterebbero: “Senta, caro, la legge mica è scritta per i posteri: noi abbiamo tutto il diritto di affidare casa nostra a un incensurato. Quindi fuori dalle palle”. Lo stesso vale per i chirurghi condannati per aver ammazzato un paziente scordando un bisturi nella sua pancia che pretendessero di tornare a operare perché l’omicidio colposo risale a prima della norma che vieta loro di tornare in sala operatoria. O per gl’insegnanti condannati perché stupravano le allieve che rivendicassero il diritto di continuare a insegnare con il decisivo argomento che stupravano prima della legge: diamogli un’altra chance. (…)

Del resto, fra le teste d’uovo reclutate dal Cainano, ce ne sono alcune che rispondono da anni a ogni suo schioccar di dita senza batter ciglio, pronte all’occorrenza a negare pure la propria identità ed esistenza in vita. Hanno avallato le leggi vergogna di B., poi dichiarate illegittime dalla Consulta. Ma appena ne vedono una legittima, tipo la Severino, la dichiarano subito illegittima. Tanto, come diceva Flaiano, l’Italia è la patria del diritto e del rovescio. (…)