Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Consiglio o Coniglio?”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Gennaio 2015 - 08:20 OLTRE 6 MESI FA
La prima pagina del Fatto Quotidiano

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ROMA – “Inaugurando il nuovo anno giudiziario, il presidente della Corte d’appello di Milano, Giovanni Canzio – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – ha rivolto “un saluto e un augurio deferente e affettuoso”, nonché i più alti sentimenti “di stima e gratitudine a Giorgio Napolitano per aver con equilibrio e saggezza saputo salvaguardare la tenuta delle prerogative presidenziali insieme con i valori di indipendenza e autonomia della magistratura”. E fin qui – a parte il fatto che l’ex presidente è andato ben oltre le sue prerogative e contro l’indipendenza dei magistrati che indagavano sui potenti – passi: è solo l’ennesimo saggio di piaggeria e sudditanza di una toga al potente di turno”.

L’articolo di marco Travaglio: Poi però Canzio sente “il dovere di rendergli onore per aver tenuto la barra dritta sul crinale davvero impervio della recente audizione, nel palazzo del Quirinale, da parte della Corte di assise di Palermo” sulla trattativa Stato-mafia. Non contento, neltestostampatoaspesedeicontribuenti, aggiunge che “questa dura prova si poteva risparmiare al capo dello Stato, alla magistratura stessa e alla Repubblica Italiana”. Ma chi si crede di essere, questo signore? Il megadirettore galattico di tutti i giudici italiani, autorizzato da nonsisachi a decidere i testimoni di tutti i processi dall’Alpi a Scilla, isole comprese, e a giudicare i giudici di ogni ordine e grado? Nell’inaugurazione dell’anno giudiziario, i presidenti delle Corti d’appello prendono la parola non per esprimere opinioni personali (sempre legittime), ma per illustrare nell’esercizio delle loro funzioni l’attività giudiziaria nel proprio distretto. Non risultano competenze extraterritoriali che consentano loro di impicciarsi nel lavoro altrui. Quel che fanno i pm e i giudici di Palermo riguarda quelli e i loro capi. Altrimenti è il caos, la balcanizzazione della giustizia, dove il primo che si sveglia al mattino pontifica pro o contro questo o quel processo secondo i suoi gusti, simpatie e antipatie, e l’altro risponde per le rime. È ciò che ha fatto Canzio, con l’aggravante di attaccare un collegio giudicantechenonpuòreplicare, sennòfinisceipso facto sotto processo disciplinare per aver parlato di un processo in corso. Domanda: esiste ancora un Csm? (…)