Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “La Peggiocrazia”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Marzo 2015 - 08:16 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "La Peggiocrazia"

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “La Peggiocrazia”

ROMA – “Ma Renzi se lo ricorda perché è diventato Renzi? – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – Lo sa o non lo sa perché tanta gente s’è fidata e, in parte, continua a fidarsi di lui? Pensa davvero che sia perché ha omaggiato la Confindustria della libertà di licenziare? O perché vuole riempire il nuovo Senato di consiglieri regionali e di sindaci mai eletti per fare i senatori e la nuova Camera di portaborse e sottopancia nominati dai segretari di partito?”.

L’editoriale di Marco Travaglio: Forse un ripassino delle famose Leopolde, specie le prime, quand’era solo sindaco, gli gioverebbe. Sentirebbe il professor Luigi Zingales dire, nel 2011: “L’Italia è governata dai peggiori: l’ 80 % dei manager dichiara che la prima strada per il successo è la conoscenza di una persona importante, poi ci sono lealtà e obbedienza, la competenza è solo quinta”. E sentirebbe se stesso ribadire: “Noi vogliamo un’Italia fondata sul merito, sulla conoscenza e non sulle conoscenze”. Lupi s’è dimesso perché suo figlio aveva trovato un paio di lavori grazie alle conoscenze del padre. Ma poi s’è scoperto che i suoi vice Nencini e Del Basso de Caro sono lì grazie a Incalza: siccome, per legge, li ha nominati il premier, perché non li rimuove? Poi ci sono i sottosegretari indagati: lo stesso Del Basso, Faraone, Barracciu, De Filippo e Castiglione. Il quinto è dell’Ncd ed è inquisito da poco. Ma i primi quattro sono del Pd ed erano già indagati (peculato per presunto uso privato di rimborsi pubblici) quando Renzi li nominò. Almeno per loro, non se la può cavare – come ha fatto l’altroieri – invocando “il garantismo” e “il principio di Montesquieu: se consentiamo di stabilire un nesso tra avviso di garanzia e dimissioni diamo per buono il principio per cui qualsiasi giudice può iniziare un’indagine e decidere sul potere esecutivo”. Ilgarantismononc’entranulla: è il diritto di ogni imputato di difendersi con tutte le garanzie nel processo, non certo di entrare nel governo. I governanti non devono avere pendenze giudiziarie in base ai principi di precauzione e di opportunità, per evitare tre pericoli: che un possibile autore di reati maneggi denaro pubblico commettendone altri; che un esponente dell’esecutivo venga poi condannato, mettendo in imbarazzo il suo governo; che nella PA si diffonda l’impressione che il peculato e l’abuso sono infortuni sul lavoro, quindi pazienza (…).