Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Larghe scemenze”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Settembre 2013 - 08:19 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi, la vignetta del Fatto Quotidiano

Berlusconi, la vignetta del Fatto Quotidiano

ROMA – “Larghe scemenze”, questo l’editoriale di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano (20 settembre). “Per dire come siamo ridotti – scrive Travaglio – il miglior commento al video di B. arriva dalla figlia Barbara: “Se mio padre è un delinquente, perché han fatto con lui gli ultimi due governi?”. Alla domanda dovrebbero rispondere nell’ordine: Napolitano, il Pd e i trombettieri delle larghe intese.”

Ecco uno stralcio dell’editoriale:

Stefano Folli, sul Sòla-24 ore, coglie la vera “notizia”: B. “accetta la decadenza senza rivalersi sul governo Letta” che “resta in piedi”, anzi è “ingeneroso” Epifani a non ringraziarlo a dovere. Sì, è vero, c’è l’appello alla piazza perché “si ribelli” al potere giudiziario, ma “è la solita sbobba” (Sorgi), “un appello generico a chi vorrà sostenere la sua creatura politica” (Folli). Robetta. In fondo lui ha solo “gridato con forza la propria innocenza”, scrive entusiasta Alessandro Campi sul Messaggero: a lui B. “è apparso conciliante e pragmatico, tutt’altro che tentato dai colpi di testa”, “senza giocare allo sfascio come qualcuno immaginava”, dunque “Letta dovrebbe andare avanti” sereno. Anche Avvenire esulta: “Tuona ma non piove”. Il giornale dei vescovi trova B. appena appena “sferzante”. Strepitoso il tête-à-tête da lecchino d’oro, sul Foglio, fra Giovanni Minoli e Salvatore Merlo. Mi-noli “sporge dalla poltrona dove pare seduto un po ’ in bilico” e dinanzi al video fa “persino impercettibili cenni d’assenso con la testa”, eppure è un “elettore di centrosinistra da sempre”: infatti riesce a definire B. “anziano leone”, uno che “ancora ce la fa alla grande” e “spiazza il Pd”, “il Conte di Montecristo tornato a consumare la sua vendetta, Ulisse pronto a cacciare i Proci”, insomma “funziona ancora”, “è venuto benissimo”, “è disposto a far campagna elettorale fino al sacrificio personale. Un mostro”, “un Grillo di centro”. È come se qualcuno, incontrando Al Capone a fine carriera, si fosse felicitato per esserne uscito vivo: “Lo trovo molto cambiato, infatti non mi ha neppure scannato. Rispetto alla strage di San Valentino, è un moderato aperto al dialogo. Dopo vent’anni di guerra civile, è l’ora della pacificazione”.