Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Non ti pago”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Luglio 2015 - 08:29 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "Non ti pago"

Un treno Frecciarossa

ROMA – “Non ti pago” è il titolo dell’editoriale a firma di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano di mercoledì 29 luglio.

Dopo il raccontino su un giorno di ordinario Frecciarossa, sono stato alluvionato dai messaggi di amici e lettori impazienti di denunciare le proprie disavventure, simili o addirittura peggiori, sui leggendari “trasporti pubblici” in quest’estate italiana. È come se fosse saltato il tappo di un’esasperazione troppo a lungo covata e repressa, che ha trovato finalmente uno sfogo pubblico dopo tanta rabbia silenziosa. Chiunque abbia una storia simile da raccontare in treno, in autobus, sulla metro o in aereo, può inviarcela in poche righe a segreteria@ilfattoquotidiano.it e la pubblicheremo, magari corredata da qualche foto scattata con l’iPhone ai mesti display delle stazioni e degli aeroporti che segnalano ritardi di 100, 200, 300 minuti, fino alle 20 ore di attesa del volo Firenze-Palermo che ieri spopolavano sul web.

Qui non si tratta di fare del qualunquismo a buon mercato intonando il solito “Piove, governo ladro”, ma di dare voce a una rivolta contro i disservizi pubblici che tutti, dai “responsabili” menefreghisti agli utenti rassegnati, considerano un accidente inevitabile, connaturato col Dna italiota. Una rivolta che, in un Paese meno cinico e assuefatto del nostro, avrebbe già provocato uno sciopero di massa: se arrivo in stazione e il mio treno è in ritardo di un’ora, io salgo senza pagare e faccio verbalizzare il motivo della mia protesta; se il controllore mi applica – per cambiare il biglietto dalla seconda alla prima classe che sul sito web risultava esaurita e invece si scopre semivuota –la multa di 8 euro oltre al sovrapprezzo, io non pago e motivo il senso del mio gesto; se, per un errore materiale di data o di orario sul biglietto, il controllore anziché correggere la svista mi infligge una multa di 50 euro emi insulta pure, io non pago emetto tutto nero su bianco. Finché, a comportarsi così,saranno pochi rompi palle isolati, non cambierà nulla. Ma, se la rivolta sarà di massa, i vertici aziendali dovranno preoccuparsi e provvedere.

Si tratta di rimettere le cose nel giusto ordine: il cliente ha sempre ragione, a meno che non voglia fare il furbo rubando una corsa gratis (nel qualcaso, nessuna pietà); e il consumatore ha tutto il diritto di ricevere servizi decenti, all’altezza delle imposte che paga (se le paga: se invece evade, non dovrebbe poter entrare in un ospedale pubblico, accedere a un’autostrada, salire su un autobus o su una metro, mandare i figli in una scuola statale, e così via) (….).