Maria Elena Boschi, Libero: “È quella del guardaroba la prima riforma che deve fare” (foto)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2014 - 12:27 OLTRE 6 MESI FA
Maria Elena Boschi, Libero: "È quella del guardaroba la prima riforma che deve fare"

Maria Elena Boschi, Libero: “È quella del guardaroba la prima riforma che deve fare”

ROMA – “È quella del guardaroba la prima riforma che deve fare la Boschi” scrive Gemma Gaetani di Libero.

“Era dai tempi in cui falcavano in Parlamento le gambe di Ilona Staller, in arte Cicciolina – scrive Gaetani – che gli ormoni dell’italiano medio non pulsavano così davanti ad una politica. Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento, il giorno del giuramento del governo Renzi si presentò con uno splendido tailleur blu elettrico e meravigliosi tacchi con plateau, dal delizioso color carne, sui quali anche Dita Von Teese avrebbe messo il suo placet”.

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Poi si inchinò con eleganza conturbante a firmare l’incarico, regalando una visione del lato b femminile che avremmo potuto incollare sul retro dell’Origine del mondo, l’arcinoto dipinto di Gustave Courbet. Alleluia, pensarono i maschi e le femmine che, non essendo elettori di centrosinistra, non considerano la castrazione della femminilità come meccanica garanzia di intelligenza e capacità nella donna.Dio sia lodato, continuarono: il Pd, dopo la Bindi, riscopre la femmina. Una svolta vera Matteo l’ha impressa. L’inviato delle Iene Enrico Lucci, intervistando la Boschi quello stesso giorno, osò dirle che era una «figa strepitosa», poi le domandò, ironicamente, perché fosse statamessa ai «rapporti col Parlamento». Apriti cielo! Si scatenò un putiferio antisessista capitanato da Marina Terragni, che su un blog del Corriere della Sera – per l’orrore di tutte coloro che ne hanno davvero subite nel senso letterale dell’espressione -millantò «molestie sessuali» e dipinse Maria Elena come «intimidita, ricondotta alla sua funzione di oggetto sessuale » da «un energumeno» (Lucci, un pigmeo, anche timido, ndr) e infine si dolse perché la ministra non aveva «annientato il maschilista».

Magari a colpi di fucile. O strangolandolo con una delle camicette che le Femen non usano più, chissà. La Boschi avallò il piagnisteo femminista. Pochi giornidopo, ospite della Bignardi, sempre però calzando un wondertacco 12, implorò: «Voglio essere giudicata per le riforme, non per le forme». L’Italia non chiedeva altro. E difatti, il successivo 23 aprile, incopertinata su Vanity Fair, stacanovisticamente dichiarava: «Sono single da un anno e la vita di coppia mi manca. Torno tardi dal lavoro, la casa è sempre vuota». Da allora è passato quasi un mese, di riforme neanche l’ombra, e l’altro ieri è sfilata all’inaugurazione del nuovo Teatro dell’Opera del Maggio Fiorentino con uno stupendo abito rosso fuoco senza maniche, tanto lungo quanto scollato (aveva praticamente le tette di fuori), eccelsi sandali in suede nero e solito plateau dai quali spuntavano,per la gioia pure dei feticisti, alluce e indice sensualmente laccati di rosso. Non è da queste pagine che si vuol fare quel tritomoralismosul corpodella donna.Qui, il corpo della donna si ama e si rispetta. Amarlo, ovvero apprezzarlo con sinceri e signorili complimenti, vuol dire anche rispettarlo.Lemolestie vere sono ben altro. Tuttavia, mentre ci chiediamo se la Boschi ci è o ci fa, un appello ci sorge spontaneo: Maria Elena, perché non fai pace con te stessa? Perché non ammetti di essere una donna che ama lamalizia della vanità? Perché non ti lasci chiamare ministra, e non ministro, per illudere gli elettori dimascolinizzarti, mentre non perdi un’occasione per mostrare le tue forme? Se non vuoi accogliere la nostra modesta richiesta, procedi allora alla riforma, almeno, del tuo guardaroba. Allora potrai esser certa di tirar davvero fuori i tuoi contenuti politici, più che quelli fisici. E non farai mai più notizia per le tue forme. Quelle dei tuoi seni, l’altro giorno, solo un non vedente avrebbe potuto non giudicarle. Innanzitutto, nude.

(foto Ansa)