Massimo Cassano, il sottosegretario di Renzi in pensione a 50 anni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Agosto 2014 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Cassano, il sottosegretario di Renzi in pensione a 50 anni

Massimo Cassano

ROMA – La domanda è stata fatta il 10 giugno scorso all’ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Puglia. Un ex consigliere regionale, in carica dal 18 maggio 2005 al 14 marzo 2013, ha chiesto se aveva ancora diritto all’assegno vitalizio, nonostante l’abolizione dell’istituto per legge dal primo gennaio del 2013, e nel caso a quanto sarebbe ammontato. Il 4 agosto scorso è arrivata la risposta dell’ufficio di presidenza della Regione Puglia, il vendoliano Onofrio Introna. Ed è un sonoro “sì”.

 

Scrive Franco Bechis su Libero:

L’ex consigliere aveva versato contributi per l’assegno vitalizio per 7 anni, 7 mesi e 12 giorni. Con 8 anni avrebbe diritto a ricevere una volta in possesso dei requisiti di età minima un vitalizio mensile lordo di 5.618,79 euro. Per raggiungere quella somma e non prendere di meno, dovrebbe versare alla Regione Puglia i contributi dei 4 mesi e 18 giorni chemancano agli 8 anni pieni. In tutto 10.934,99 euro. Un affarone, perché in meno di tre mesi di vitalizio la somma sarebbe recuperata, e poi l’assegno andrebbe avanti fino a quando l’ex consigliere sarà in vita. In caso di disgrazia, e pure di morte naturale, è reversibile parzialmente nei confronti dei familiari lasciati.

Quella domanda è la numero 231 nel registro delle deliberazioni dell’ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Puglia. Negli ultimi tre mesi prima della pausa estiva ne sono arrivate almeno una decina, tutte da parte di ex consiglieri regionali o di assessori tecnici della giunta regionale. Ma la domanda n. 231 è davvero speciale. Perchè a farsi il calcolo per il proprio vitalizio è Massimo Cassano, ex consigliere regionale della Puglia, ma ora membro del governo di Matteo Renzi. Cassano, che milita nel Nuovo centrodestra, è sottosegretario al Lavoro, proprio il ministero che si occupa delle pensioni degli italiani. Il presidente del Consiglio, Renzi, fin dal suo primo giorno ha tuonato contro i privilegi della casta, e ha puntato il dito proprio nei confronti dei vitalizi, che sono le pensioni privilegiate di chi è stato eletto in Parlamento o nei consigli regionali. Il premier sostiene di avere spazzato via tutti quei privilegi prima con la legge di abolizione delle Province, poi con quella riforma costituzionale che porterà in Senato anche i consiglieri regionali. E mentre Renzi predica il sottosegretario al Lavoro del suo governo apre le pratiche per ottenersi la sua baby pensione a vita non appena avrà l’età (quando avrà terminato la sua esperienza nell’esecutivo).

Quanto meno grottesco. Il caso Cassano però squarcia un vero e proprio velo sulle pensioni della casta. Perchè al di là delle belle parole e anche della raffica di leggi catoniane annunciate e in qualche caso approvate, per gran parte dell’Italia della politica quella pensioncina-bengodi a vita, assai superiore ai contributi versati, è ancora una realtà solida (…)