Matteo Renzi. Fatto in tilt, contro Aldo Cazzullo “lecca lecca” ma Wanda Marra..

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Aprile 2014 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi. Fatto in tilt, contro Aldo Cazzullo "lecca lecca" ma Wanda Marra..

Matteo Renzi (LaPresse)

ROMA – Matteo Renzi in due articoli del Fatto che sembrano contraddirsi un po’. In uno attaccano Aldo Cazzullo, agli onori della rubrica “Lecca lecca”. Nell’altro, Wanda Marra traccia uno schema della vita di Matteo Renzi a palazzo Chigi che sembra destinata a un Cuore del XXI secolo.

Su Aldo Cazzullo il Fatto scrive “Il giornalista-scorta del rottamatore”:

CI SONO COSE che voi umani, soltanto semplici e un po’ inutili umani, non potere fare, ma Aldo Cazzullo sì. Il prossimo vicedirettore del Corriere della Sera (dicono), impaziente erede assieme a Mario Calabresi di Ferruccio de Bortoli, verga con piglio descrittivo: “Sono le dieci di sera, Matteo Renzi prima di cena fa il punto della situazione mentre segue la performance del ministro Guidi a Ballarò”. Il racconto è di Cazzullo, ripetiamo, ma per evitare equivoci va precisato che non stava scolando i bucatini nel tinello di Palazzo Chigi, ma s’aggirava circospetto nell’appartamento presidenziale con la stessa vitalità di un arazzo. Il lettore sarà folgorato da queste doti mimetiche di Cazzullo, che segue, scorta e pedina il povero Matteo. Chissà dove e chissà come era nascosto nella stanza con il premier, magari ridotto a cimice nell’asola della camicia. Ma nonostante l’abilità di Cazzullo – apprendiamo dal Corriere della Sera – Renzi lo becca in servizio, non se ne cura essendoci abituato, e gli chiede un consiglio per sfruttare la fortunata occasione : “La prossima tappa sarà una campagna on line: “E tu cosa taglieresti?”. Più che riportare con adulazione il Renzi-pensiero, il baldo Aldo non può fare nulla e consegna al lettore svariate righe di virgolettati di Renzi, interrotti da affettuosi intercalari del tipo: “La linea è quella di un rinnovamento radicale” (si parlava di nomine nelle società del Tesoro, ma va bene pure per la spesa al supermercato, ndr). In estasi cazzulliana, Cazzullo lascia a Renzi l’ultima carezza: “Mi spiace per quelli che remano contro: anche stavolta sono rimasti delusi”. Ma Cazzullo , no: Cazzullo è un solluchero. A breve potrà scalare il Corriere della Sera, grazie alla divisa renziana che gli casca a pennello, e affollare le librerie con un libro-intervista al medesimo Renzi, ovviamente verranno pubblicate soltanto le risposte, le domande sono cose che interessano soltanto ai semplici e un po’ inutili umani, non ai cazzulliani. Il baldo Aldo sarà emozionato: per cotanta opera editoriale il titolo è volutamente dimesso, “Magari”. L’ultimo l’aveva chiamato “Basta piangere”. Poi ha incontrato Renzi, e ha smesso. Ma solo di piangere.

Wanda Marra scrive “Il premier scalzo che si perde nei corridoi di Palazzo Chigi”:

Mi è cambiata totalmente la vita. Fino a che facevo il sindaco ero un uomo libero, bicicletta, in giro per Firenze”. E poi, “sono anche ingrassato tre chili”. Così diceva Matteo Renzi una settimana fa da Lilli Gruber su La7. Poi, lunedì, a un certo punto i cronisti lo vedono uscire da Palazzo Chigi, in maniche di camicia. “Non ne posso più di stare chiuso lì dentro”. Turbo Renzi non scherza, non esagera, non la butta lì a uso puramente mediatico. Anche se c’è da scommettere che il giovane premier, pieno di energie, il ragazzo normale, abituato a vedere la partita con lo staff con la pizza take away, costretto a vivere nei polverosi appartamenti presidenziali, diventerà presto un tormentone, una leggenda.

MATTEO ha scelto di vivere a Palazzo Chigi, nell’appartamento del presidente, per una questione di praticità. Non è certo il tipo che organizza serate mondane, e per lui la casa è sempre stata soprattutto un posto dove fermarsi e dormire. Un giaciglio. Ma adesso si sente un recluso. Una camera, una cucina, un salotto, un salottino e tanti corridoi al terzo piano, più lo studio al primo sono diventati spesso l’orizzonte delle sue giornate. All’inizio, si perdeva quasi cercando gli studi degli altri. Appena è arrivato ha provato a insistere con la scorta: “Io la mattina vado a correre”. Gli è stato gentilmente risposto che no, non si poteva fare. A meno che la scorta non andasse con lui. “Ve lo immaginate Matteo che va a correre con la scorta?”, commenta chi lo conosce bene. E dunque, non se n’è fatto niente. Gli hanno attrezzato una cyclette e stanno cercando una palestra in cui possa correre al chiuso. Un paio di volte però ce l’ha fatta a fuggire e andare a giocare a calcio. Come a Firenze, quando costringeva amici e collaboratori alle partitine tra le 13 e le 15, magari con 40 gradi. Con Luca Lotti (ora sottosegretario all’Editoria) e l’ex portavoce-amico, Marco Agnoletti sempre rigorosamente nella squadra avversaria, per poterlo picchiare indisturbati. Lo sport, per Matteo, è anche funzionale. Sta sempre a dieta, anche se alterna fasi di alimentazione salutista (pasta al pomodoro, roast beef, prosciutto) e “schifezze vere” (“Stamattina ho mangiato due bomboloni, che volete che siano?”). Adesso a Palazzo Chigi c’è una persona che si occupa di casa e cucina. Capita spesso che con lui mangino anche Graziano Delrio e Lotti, magari durante qualche riunione. La pizza, per lui un “must” da sempre, è diventata un lusso sporadico. Riservato magari a quando qualcuno dei collaboratori, Lotti in primis, si ferma per vedere la partita.

Perché Matteo passa tanto tempo da solo. E se non ha riunioni ufficiali gira scalzo per Palazzo Chigi, con i jeans, il maglione e qualche maglietta improbabile. I collaboratori, quelli con cui ha i rapporti più confidenziali, li accoglie così. Sveglia, prestissimo, alle 6 e, come al solito, compulsa iPhone e iPad. Manda messaggi, legge i giornali, si intrattiene su Twitter. Ogni tanto, come ieri, risponde ai cittadini normali che gli scrivono. Un modo per uscire, per fuggire anche quello. Lunedì alla Feltrinelli non ha comprato solo i libri dei “professoroni” che lo criticano per la riforma del Senato o il saggio di Giulio Tremonti, ma pure House of cards di Michael Dobbs. Il quale non per niente ha twittato (in inglese): “Mi auguro che lo usi come intrattenimento, non per avere delle istruzioni”. La realtà è che Renzi aveva letto delle recensioni, si era incuriosito. C’è da giurare che ieri sera uno sguardo alla prima puntata della serie su Sky lo abbia dato (non poteva sottrarsi, piace a Barack Obama). A fare il recluso del tutto non ce la fa (…)