Matteo Renzi, Il Fatto Quotidiano: “Nasconde chi lo finanzia. Le sue cene restano top secret”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2015 - 12:21 OLTRE 6 MESI FA
La prima pagina del Fatto Quotidiano di mercoledì 25 febbraio

La prima pagina del Fatto Quotidiano di mercoledì 25 febbraio

ROMA – “Indovina chi viene a cena” titola il Fatto Quotidiano in prima pagina. “Renzi nasconde chi lo finanza – accusa il giornale di Marco Travaglio – A Montecitorio il tesoriere ha comunicato solo 15 donazioni , di cui 8 senza nome. Totale: circa 100mila euro. E il resto?”

Il 6 novembre a Milano e il giorno dopo a Roma – scrive Carlo Tecce – il Partito democratico ha organizzato due cene per una raccolta fondi al prezzo di minimo 1. 000 euro a coperto. I tavoli erano stracolmi, 1500 i partecipanti. Matteo Renzi ha sbrigato presto la moltiplicazione: “Abbiamo incassato 1, 5 milioni di euro”, disse entusiasta. Sono passati tre mesi e 18 giorni, svariate rivendicazioni di assoluta limpidezza, ma la lista dei commensali non l ’ hanno mai diffusa.

(…). All’appello – continua Tecce – mancano 1485 donatori. Conviene, allora, rileggere le sferzate di Renzi ai gufi considerati troppo insolenti sul tema. Il 18 novembre celebrava l’evento: “Trovo naturale che si organizzino cene in modo trasparente con persone che accettano di dichiarare il proprio contributo. Ho potuto verificare la demagogia delle accuse di chi dice: ah, lui va a cena per mille euro. Sono gli stessi che magari un anno fa dicevano: ah, il Pd non ha ancora tolto il finanziamento pubblico. Delle due l’una, amici: o si accetta il finanziamento pubblico o si organizzano iniziative trasparenti e chiari di raccolta fondi. Tutto il resto è demagogia”. Siccome poi il resto non era demagogia e molte persone non hanno accettato di dichiarare la propria identità, il 3 dicembre, Renzi è tornato sull’argomento con la sicumera di chi garantisce qualcosa che gli sta per sfuggire di mano: “Il Pd non si fa finanziare di nascosto, pubblica i suoi finanziatori”. Per il momento, non li ha pubblicati. E quelli trasmessi ai burocrati sono quindici. Poi ci sono le indiscrezioni non smentite, uscite a dicembre con la retata di Mafia Capitale e l’incarico a Matteo Orfini, commissario del partito a Roma. S’è saputo soltanto che, oltre agli imprenditori e ai boiardi che sfilavano in passerella col sorriso rivolto ai fotografi, al Salone delle Tre Fontane al quartiere Eur c’erano Salvatore Buzzi, ora al 41-bis, e una delegazione della Cooperativa 29 giugno, propaggini a sinistra di Massimo Carminati er Cecato (…).