Migranti: emergenza ci costa 8,4 mld. Il debito pubblico cresce, e l’Europa…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Febbraio 2017 - 11:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’emergenza migranti rischia di costare cara all’Italia, in termini di soldi. Infatti tra recupero e accoglienza di chi prova ad arrivare nel nostro Paese, si parla di miliardi spesi dallo Stato (secondo le ultime stime, tra gli 8 e gli 8,4 miliardi negli ultimi tre anni). E la situazione non sembra destinata a migliorare, anzi. Un effetto di questo fenomeno sarebbe inevitabilmente la crescita del debito pubblico, e di conseguenza anche la difficoltà a restare nei parametri imposti dall’Unione Europea.

Scrive Mario Sensini sul Corriere della Sera:

Dall’inizio dell’anno sono oltre 7 mila i profughi sbarcati in Italia, e di questo passo si batterà ogni record. Quello dei migranti accolti (176 mila nel 2016), ma anche quello della spesa pubblica necessaria per il soccorso e l’accoglienza, che secondo il governo contribuisce in modo determinante, insieme all’emergenza dovuta al terremoto, a mandare fuori linea il debito pubblico. Fino al punto di spingere Bruxelles a valutare una procedura d’infrazione alle regole sui conti pubblici. Il che sarebbe una doppia beffa per l’Italia, che da anni lamenta lo scarso impegno degli altri Paesi nel fronteggiare i flussi migratori.

In un rapporto appena inviato alla Commissione Europea sui “fattori rilevanti” che influenzano l’andamento del debito pubblico, il ministero dell’Economia sottolinea che quest’anno la spesa per l’immigrazione rischia di arrivare al record storico di 4,2 miliardi di euro. Nel 2016, al netto dei contributi della Ue (che sono stati pari ad appena 120 milioni) sono stati spesi 3,3 miliardi. Per il 2017 ne sono stati stanziati 3,8 e senza tener conto dei 200 milioni del «Fondo per l’Africa» per investire nei Paesi da cui partono i flussi di immigrazione più importanti. Ma quella prevista in bilancio è una cifra che «se il trend degli ultimi mesi dovesse continuare», si legge nel Rapporto, potrebbe crescere di altri quattrocento milioni.

Sempre Sensini fa i conti sulle casse statali:

Si spenderà il triplo rispetto alla media degli anni tra il 2011 e il 2013, prima dell’esplosione della crisi migratoria: tra 2,9 e 3,2 miliardi in più. Se poi si considera la maggior spesa in termini cumulati la dimensione dei costi sostenuti dall’Italia per l’emergenza assume proporzioni gigantesche. Secondo il ministero dell’Economia, dal 2014 al 2017 lo Stato avrà speso tra 8 e 8,4 miliardi di euro in più rispetto al periodo 2011-2013.

E quindi sugli effetti che ci saranno sul debito pubblico:

L’Italia pretende che questa spesa sia considerata «eccezionale» e dunque non conteggiata nel calcolo del disavanzo annuale monitorato per verificare il rispetto degli impegni di bilancio. La Commissione, però, è disposta a riconoscere come «eccezionale» non tutta, ma solo la spesa eccedente rispetto all’anno prima. In ogni caso, che pesi o meno sul deficit pubblico, la spesa si scarica sul debito.

Nel 2017, sottolinea il rapporto, la spesa per l’accoglienza è stimata in 2,3 miliardi di euro (1,9 l’anno scorso), quella per il soccorso in mare e i trasporti sarà pari a 860 milioni di euro (nel 2016 furono 913). L’assistenza sanitaria costerà 250 milioni, l’educazione (nel 2016 sono arrivati anche 26 mila minori non accompagnati) 310 milioni.