Monte Livata, Alexia Canestrari: Non dovevano vedermi morire

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Aprile 2016 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA
Monte Livata, Alexia Canestrari: Non dovevano vedermi morire

Monte Livata, Alexia Canestrari: Non dovevano vedermi morire

ROMA – Alexia Canestrari si perse nei boschi del Monte Livata insieme a due bambini nel dicembre 2014 e per salvarli li lasciò al riparo sotto un masso andando a cercare aiuto. La storia ha avuto un lieto fine: la Canestrari è stata trovata mentre cercava i soccorsi e i bimbi di 4 anni, sua figlia Nicole, e di 5 anni, il figlio del compagno, salvati e senza conseguenza. La donna però è stata denunciata per abbandono di minore dall’ex moglie del compagno, Emanuele Tornaboni, e ora deve affrontare un processo.

 

“Non dovevano vedermi morire”, ha detto la Canestrari spiegando perché ha lasciato da soli i bambini per cercare aiuto. La donna si è vista da sola in un bosco e la procura di Tivoli aveva chiesto il non luogo a procedere, ma l’ex moglie del suo compagno, imprenditore conosciuto nella Capitale e reduce di una separazione tormentata, l’ha comunque denunciata. Cristiana Mangani sul Messaggero ha interrogato la Canestrari, che racconta:

“La procura di Tivoli aveva chiesto il non luogo a procedere, ma il gip ha deciso invece che deve essere processata per abbandono di minori. A denunciarla è stata la ex moglie di Tornaboni, mamma di uno dei due bambini. E un ex matrimonio finito con una separazione non facile, è diventato una guerra senza esclusione di colpi. Dove alla fine a rimetterci sembrano un po’ tutti.

Signora Canestari, perché quella passeggiata nella neve?

«Manuel voleva andare nel boschetto a vedere gli scoiattoli. Il posto non sembrava pericoloso, era di fronte alla casa dove eravamo ospiti. Lui è figlio del primo matrimonio di Emanuele, mentre Nicole, l’altra bambina, è nata dalla nostra relazione. Sei figli in tutto, tre e tre. Siamo sempre andati d’accordo. Ci chiamavano la famiglia Bradford».

Come avete fatto a perdervi?

«Abbiamo cominciato a camminare dentro quel faggeto. I bambini avevano la tuta e i moon boot, era un percorso tranquillo. Io sono stata tante volte in montagna, non potevo immaginare che lungo quel tragitto non ci fossero né case, né baite. E neanche delle indicazioni. Dopo aver camminato per un po’ pensavo che la strada percorsa riportasse indietro. Invece ci stavamo allontanando».
I bambini che facevano?

«Erano tranquilli, hanno vissuto tutto come un gioco. Gli dicevo: “Facciamo un gioco, cerchiamo i segnalini”. Era ancora giorno. Avevo gli Ugg ai piedi, un maglioncino e il piumino. Non ero attrezzata, e cominciavo a sprofondare nella neve. Salivamo, salivamo, e non si arrivava a niente. Roccia, neve, alberi. Chi non conosce il posto fa presto a dare giudizi. Sono stati gli stessi soccorritori a dirmi che si perdono in tanti in quella zona. Avevo il telefono scarico, ma anche se avesse funzionato sarebbe stato inutile, perché lì non prendevano nemmeno i walkie talkie».

Perché ha deciso di lasciare i bambini e allontanarsi da sola?

«L’ho deciso quando ho visto che ero sfinita, che non stavamo arrivando da nessuna parte, che i piedi formicolavano ed ero completamente gelata. I bambini erano più protetti, anche se nelle salite avevano perso gli scarponi. Era diventato buio, ma c’era la luna piena. Non volevo che mi vedessero morire davanti a loro, perché quello sarebbe successo. Ho pensato: se devo morire, almeno lo faccio mentre provo a cercare i soccorsi. Li ho messi sotto un masso che li riparava. Ho preso dei riferimenti, erano sotto il grande carro, e a distanza si vedeva uno dei moon boot colorati. Gli ho detto di stare vicini vicini, erano stanchi, si sono addormentati».

I soccorritori l’hanno ritrovata dopo qualche ora, era sotto shock, in ipotermia.

«Volevano ricoverarmi subito, ma volevo portarli dai bambini. Alla fine mi hanno costretta ad andare in ospedale, mentre loro li cercavano. Ero certa che li avremmo ritrovati».

La ex moglie di suo marito dice che il figlio ha rischiato di morire.

«La storia è finita bene e io pensavo che questo potesse essere un motivo di riappacificazione. Quello che sta succedendo non è più voglia di verità, è voglia di vendetta. Per me i due bambini erano identici, ho lasciato mia figlia insieme al suo, avrei potuto provare a portare Nicole sulle spalle, ho lasciato un amore così grande perché tra lei e Manuel, per me, non c’era differenza. E ora che lei non me li fa più vedere e gli ha detto che sono un mostro, io ho perso tre figli»”.