Monti a Berlusconi: “Attacchi dai tuoi giornali” ma è Corriere contro Equitalia

Pubblicato il 17 Maggio 2012 - 10:49 OLTRE 6 MESI FA

La crisi greca come una partita a poker, Draghi come Nembo Kid “soccorre Atene” mentre ora tocca alla Spagna, il Fondo Monetario dà una mano a Monti, volano gli stracci a casa di Bossi, Berlusconi stringe i denti e “non stacca la spina”, c’è una fregatura per noi dietro la rivolta dei sindaci contro l’Imu, pronto un nuovo decreto del Governo: speriamo che diventi legge.

Il Sole 24 Ore punta sulla crisi greca e sul ruolo di  Mario Draghi: “Draghi esclude l’uscita dall’euro e evita un nuovo crollo dei listini europei. La Bce soccorre Atene e i mercati”. Un commento di Carlo Bastasin affronta la vicenda come una partita a poker fra la Grecia e la Germania: “Signora Merkel, basta con i bluff”. Chi ricorda il detto latino “ho paura dei greci anche quando mi fanno un regalo” non se la sente però di dare tutti i torti ai tedeschi.

Deve essere stato difficile ieri lavorare per Draghi, nella sede della Bce assediata da “migliaia di indignati” Manifesto).

La caduta di Bossi se la batte con la crisi greca, è una tragedia greca a pieno titolo: cade il fondatore e padre padrone della Lega, travolto da un Edipo capovolto, quello dell’amore dei figli, con i quali è indagato per truffa allo Stato, per ben 18 milioni di euro (Messaggero, Stampa, Repubblica). Nel Paese dove l’avviso di garanzia si è trasformato in un avviso di colpa, giustamente il Giornale rileva che “a tre giorni dai ballottaggi” si tratta del “suicidio della Lega” e la cosa, in fondo, può anche non dispiacere a chi, come il fratello del proprietario del Giornale, Silvio fratello di Paolo Berlusconi, per vent’anni ha costruito la sua fortuna politica ma anche la sua implosione sui continui strattoni che la Lega ha imposto a lui e a noi. Però può anche essere un momento di ripartenza, se si considera con il Fatto Quotidiano che è la “riforma della Lega”. Certo la riforma la fanno i Pm e non gli iscritti, ma, come nota il Fatto, “senza la magistratura [Maroni] sarebbe ancora l’eterno secondo”. Si tratta di vedere se un eterno secondo riesce mai a diventare primo.

La cronaca della visita di Silvio Berlusconi a Mario Monti ieri a pranzo a palazzo Chigi merita la citazione per come la trattano oggi i quotidiani. Secondo il Sole 24 Ore, per  “Berlusconi, non si può per ora staccare la spina al Governo”. Ma il Giornale la racconta diversa: “Monti prega Berlusconi: Non lasciarmi”. Per il Fatto: “Berlusconi pretende da Monti giustizia ad personam” su “corruzione e falso in bilancio”, per Repubblica Berlusconi ha detto “no su Rai e corruzione”. Il Corriere della Sera non ha titoli sull’incontro, ma il resconto a pag. 5 di Monica Guerzoni, se da un lato conferma che a Berlusconi stanno a cuore Rai e corruzione mentre a Monti stanno a cuore gli articoli di Giornale e altri quotidiani di area. Ancor più dettagliato Francesco Bei su Repubblica, che parla di due cartelline in mano a Monti, una con le fotocopie delle dichiarazioni ostili a lui di esponenti della destra da Daniela Santanché a Ignazio La Russa, l’altra con i ritagli degli articoli del Giornale sempre contro Monti e la sua politica.

In un mondo dopo l’apparenza dei giornali e della Tv diventa realtà non c’è da stupirsi né può essersene stupito Berlusconi, che troppo ha confuso i due livelli. Ma la realtà va avanti per conto suo, senza tenere conto degli articoli dei giornali, o meglio tenendone conto ma secondo una logica diversa dal cerchio magico di chi ha le tende attorno al Palazzo. Come titola il Corriere della Sera a pag. 13, Berlusconi “sostiene l’esecutivo” ma ci sono “defezioni nel Pdl” e così al voto di fiducia sulle commissioni bancarie “i sì calano”.

Purtroppo la verità è che le belle intenzioni sono una cosa, l’intossicazione da potere è un’altra. I più in Italia dimenticano che Giovannino Guareschi fu mandato in carcere non da Mussolini ma da due sinceri liberali, padri dell’Italia repubblicana e democratica come Luigi Einaudi e Alcide De Gasperi.  Addolora che la sinistra ne abbia accantonato la memoria perché Guareschi non era dei loro, ma dobbiamo anche essere consapevoli che il Pci garantì nel dopoguerra una straordinaria stagione di libertà alla stampa italiana. Ma era all’opposizione, fosse stato al potere forse non sarebbe andata così bene. Ma quelle sono ipotesi, la certezza è che da quando gli ex comunisti sono andati al potere, la loro filosofia non è arrivata agli estremi  evolutivi di Vladimir Putin ma si è fermata a Massimo D’Alema: non leggete i giornali che dicono falsità, guardate solo la tv.

Ma il contrasto che è la base della democrazia è un’altra cosa e quello non riuscì a fermarlo nemmeno Mussolini. La riprova è di oggi. Sul Messaggero c’è questo titolo: “Monti: I cittadini rispettino Equitalia”, dove Monti fa e dice quel che ci si aspetta da un leader in circostanze come quelle in cui ora si trova Equitalia. Sul Corriere della Sera (che uno dei due quotidiani più filo Monti che escano in Italia)  c’è questo titolo: “Fisco e cittadini. Equitalia, le tasse e la faccia dello Stato”. Sotto, un articolo di Piero Ostellino, che non è né un pericoloso sovversivo di sinistra né un altrettanto pericoloso eversore berlusconiano di destra, ma un liberale all’antica, con il difetto di essere vissuto qualche anno nell’Unione Sovietica dei bei tempi. Ostellino non critica Monti, non critica i dipendenti di Equitalia, ma fa notare il malsano rapporto tra Equitalia e i cittadini, il cui vizio di origine è la stessa natura giuridica di Equitalia, non un pezzo dello Stato, ma una società per azioni. Il titolo sul seguito dell’articolo di Ostellino a pagina 48 è: “Uno Stato privo di responsabilità ha generato le anomalie di Equitalia”.

Una nota positiva viene dal Fondo Monetario internazionale: “Riforme, l’Fms promuove l’Italia” (Sole 24 Ore), “Fmi: italia sulla strada giusta” (Stampa) , “Bene l’Italia, ora la crescita” (Corriere della Sera).

Intanto, nel disinteresse diffuso, procede l’esame della riforma del lavoro (Sole 24 Ore). Ora litigano tra ministri, Elsa Fornero (Lavoro) contro  Mario Catania (Agricoltura), ma l’articolo 18, che ha spaccato l’Italia per mesi anzi per anni, è stato alla fine modificato senza molti clamori, anzi è difficile capire, dalle cronache dei giornali, come sia finita. Non c’è dubbio che chi ha interesse alla norma, il testo se lo sia procurato.

Libero apre su un tema del tutto diverso: “Le carte segrete del Papa”, dove si racconta, fra l’altro, come è nato lo scandalo Boffo: si tratterebbe di vendette interne al Vaticano.

La Gazzetta dello Sport dedica il pezzo forte della sua prima pagina a Mattia Vestro Marco Verratti i “giovani leoni che piacciono a Inter e Juventus”.