Rassegna stampa. Roma-Parigi, asse per l’euro. Olimpiadi, il nuoto italiano affonda

Pubblicato il 1 Agosto 2012 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA
Corriere della Sera

“Difendere l’euro, basta ritardi”. Il Corriere della Sera: “Sintonia tra Monti e Hollande: Subito le misure Ue.” Il premier Mario Monti e il presidente francese François Hollande uniti a difesa dell’euro: “Non ci è permesso neanche un minuto di disattenzione. Basta ritardi, bisogna attuare subito le misure decise al Consiglio europeo di fine giugno”. Oggi il presidente del Consiglio va in Finlandia, la visita più difficile. L’Istat: a giugno disoccupazione ai massimi, il tasso sale al 10,8%.

Monti-Hollande, patto a difesa dell’euro. L’articolo dell’inviato a Parigi Andrea Garibaldi:

“L’incontro di Parigi arriva dopo ripetuti discorsi coordinati per salvare la moneta unica, primo fra tutti quello del presidente Bce, Draghi. Si legge nel documento finale comune: “Francia e Italia sono determinate a fare di tutto per proteggere l’integrità della zona euro”. Integrità, parola chiave, che significa: ci tireremo fuori assieme dalla crisi, Grecia compresa. “Gli stati membri – continua il comunicato – devono assolvere i propri obblighi al fine di mantenere il buon funzionamento della zona euro e del mercato interno europeo”. Un richiamo a mettere i conti in ordine, ma anche – per i Paesi forti – a impegnarsi affinché il mercato funzioni in modo omogeneo. Oggi il denaro (ad esempio) costa in Italia molto più che in Germania e questo è uno dei motivi che possono giustificare l’intervento della Bce.”

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L’italiano che salva la fabbrica francese. L’articolo de Il Corriere della Sera a pagina 3:

“La MBF-Technologies di Saint-Claude (una località a 60 chilometri da Ginevra) è stata travolta dalla crisi dei giganti Renault e PSA Peugeot Citroën: diminuite le commesse, l’azienda era destinata alla liquidazione. L’unico a farsi avanti per riprenderla in mano è stato Colla, che ha presentato al tribunale un piano di risanamento che prevede il licenziamento di 181 dipendenti su 431. «Tutte persone che torneranno a cercare lavoro in un’area depressa», si lamenta il sindacalista Cgt Yalcin Nail. Ma l’alternativa era che perdessero il lavoro tutti i 431.”

Tutti guardano alla Fed (che però aspetta). L’analisi dell’inviato a New York Massimo Gaggi:

“Il nuovo intervento si baserebbe su un acquisto di titoli — obbligazioni immobiliari e buoni del Tesoro Usa — per un ammontare di circa 600 miliardi di dollari. Una misura consistente ma non immensa, un ultimo tentativo di rianimare un’economia di nuovo in fase di rallentamento, pur nella consapevolezza che tutti questi sostegni artificiali aumentano le distorsioni di un sistema che vive da cinque anni sotto la tenda a ossigeno, coi tassi pressoché azzerati: quella del Tesoro Usa che riesce ormai a finanziarsi a costo zero raccogliendo il risparmio di chi cerca un porto sicuro per i suoi capitali, è considerata a Wall Street una patologia alla quale è stato dato anche un nome: “Money for nothing”.”

Gas e acqua, il giacimento inesplorato delle municipalizzate private. Finiti i monopoli, le «local utilities» fanno rete e battono la crisi. L’indagine a firma di Dario Di Vico:

“Cominciamo con qualche numero. Le aziende che operano nella distribuzione di gas naturale hanno fatto registrare tra il 2008 e il 2010 una crescita dei ricavi del 16,4% medio l’anno, le imprese idriche del 9,5% e quelle legate al ciclo dei rifiuti del 7,5%. Nei primi tre anni della crisi è stata elevata anche la redditività: in testa c’è ancora il gas con un Roe (ritorno sul capitale) mediano pari al 6,7%, segue l’acqua con il 3,9% e poi i rifiuti con il 2,6%. Fatturato e utili in crescita si accoppiano anche con un’elevata patrimonializzazione. Spiega Laura Campanini che ha curato l’indagine: “Si può dire che in dieci anni è cambiato tutto. Le vecchie municipalizzate erano monopoliste, gestivano i servizi in chiave amministrativa e alla fine pesavano sui bilanci comunali. Ora abbiamo dei veri soggetti industriali”.”

Bersani lancia il «patto con i progressisti». Il segretario pd presenta la carta di intenti: leali a Monti, ma col nostro passo. L’articolo a firma di Maria Teresa Meli:

“Tradotto: il Pd ha intenzione di alleggerire l’Imu per la prima casa, che strozza i redditi medio-bassi, e di introdurre la patrimoniale per i redditi alti.”

Fisco, scatta la campagna d’agosto. La Repubblica: “Patto Monti-Hollande: subito le misure Ue. Obama chiama il premier. I dati della GdF: irregolare il 38% degli scontrini. Nel mirino stabilimenti balneari e città d’arte. Il presidente del Consiglio: quasi fuori dal tunnel.” Il dossier di Roberto Petrini:

“Ispettori dell’Agenzia delle entrate in t-shirt, bermuda e sandali, ufficiali delle Fiamme Gialle appostati all’uscita di pub, discoteche e cattedrali del divertimento. La campagna d’estate contro gli evasori è già scattata e non si fermerà neanche nel fatidico giorno di Ferragosto. Obiettivo: portare nelle casse dell’esecutivo più dei 12 miliardi raccolti lo scorso anno e combattere il sommerso. Gli interventi nel caldo torrido agostano non trascureranno nessuno degli obiettivi sensibili: a partire dalla verifica degli scontrini fiscali che si intensificherà nell’estate e che da febbraio a luglio ha già consentito di stanare oltre 7.800 evasori, circa il 38 per cento dei controllati. Nel mirino anche tutto quello che si muove intorno al mondo delle vacanze: dai porti turistici, all’evasione delle accise per i carburanti degli yacht, dagli affitti in nero per le case vacanza, alle irregolarità degli ambulanti nelle città d’arte.”

“Resterò sempre quello del Porcellum ma l’ho fatto per Fini, Silvio e Casini”. L’ex ministro leghista Calderoli: se diamo retta alla proposta del Pdl finiamo come la Grecia. L’intervista de La Repubblica a pagina 6:

“Certo, la qualità è peggiorata. Ma è colpa dei partiti: troppi presi a caso dalla cronaca, dallo spettacolo, dallo sport, nel Pd e nel Pdl. La Lega invece ha portato una grande classe dirigente in Parlamento, da noi prima si fa la gavetta…”.

Il leader Pd: mai più crisi di governo come nel ’98 e nel 2008. Unioni gay, patrimoniale e Europa ecco il “decalogo” di Bersani. Il dossier di Giovanna Casadio:

“Scenografia rossa, il leader del Pd lancia la “road map” verso le elezioni e indica i punti-base: dalla rassicurazione ai mercati (“Noi siamo quelli con i conti a posto”) alle unioni civili per i gay alla patrimoniale e alla legge sul conflitto d’interessi. Ma è nelle ultime righe che c’è il piatto forte: il patto di “Democratici e progressisti” che Bersani vuole, prevede antidoti all’Unione per evitare crisi come nel 1998 e nel 2008. Niente risse, né spartizioni dei ministeri (le parole d’ordine sono “competenza” e “disciplina”), decisioni a maggioranza nei gruppi, rispetto degli impegni internazionali e – soprattutto appoggio delle misure economico-istituzionali per difendere l’euro. A Vendola dovrà andare bene infine il punto politico: “Il patto di legislatura con forze liberali, moderate e di Centro”.”

Il Giornale

Monti poliziotto fiscale. Così ci spiano in banca (e così possiamo provare a difenderci). Berlusconi vara la linea dell’austerity: “Ma che batosta l’Imu”. L’editoriale de Il Giornale a firma di Alessandro Sallusti:

“Lo Stato di polizia fiscale in­staurato dal governo Mon­ti si arricchisce di un nuo­vo strumento. Sta infatti per diventare operativo, come ha ri­velato Italia Oggi , il diritto dell’Agen­zia delle entrate di accedere diretta­mente ai nostri conti correnti banca­ri e postali, ai nostri rapporti econo­mici con assicurazioni e fiduciarie. Saldi e movimenti di conti, carte di credito e investimenti da ottobre do­vranno essere comunicati obbligato­riamente e direttamente dalla banca al Fisco. Un gigantesco Grande Fratel­lo di Stato che si aggiunge a quelli già in funzione e che sorvegliano ormai ogni istante delle nostre vite.”

Moneta unica ma squadre divise. Se i Giochi ci insegnano che l’Europa non esiste. L’articolo di Tony Damascelli:

“L’euro continua la sua corsa con parten­za falsa, ha illuso e sta deludendo, ha ingan­nato e procede nel suo raggiro di pista, cer­ca la ola dello stadio ma trova soltanto fi­schi e proteste di piazza. Le Olimpiadi con­fermano l’equivoco, gli Stati Uniti d’Ameri­ca viaggiano sventolando stars and stripes and dollars , dei cinesi nulla si sa e tutto si scopre giorno per giorno con quello yuan che lievita come il pane. Il condominio eu­ropeo seguita vertici e incontri, alza il pol­verone come se nulla fosse cambiato, sicu­ro del proprio passato, incerto sul proprio futuro, fragile nel proprio presente. Lo sport potrebbe rappresentare una buona occasione, quasi un test, per unire paesi diversi che nessuna moneta può cen­tralizzare, al di là delle banche.”

Bavaglio, il Csm prepara la legge Napolitano. Il Fatto Quotidiano: “Il vicepresidente Vietti incontra il Capo dello Stato, poi dice al Fatto: top secret le parole dei “soggetti terzi intercettati, ma non indagati”. Con tanti saluti alle responsabilità politiche.”

In nano veritas. L’editoriale di Marco Travaglio:

“Resistono, purtroppo, alcune schegge di magistratura “recalcitranti e invadenti”, ma vanno prontamente “cancellate” come “fantasmi di un passato che dev’essere chiuso”. Ed “è su questo sfondo storico che va considerata e apprezzata la decisione del presidente Napolitano di sollevare il conflitto di attribuzione presso la Consulta sulle intercettazioni operate da una procura” (era un gip, ma fa lo stesso): “Essa è importante” perché “segnala la necessità di chiudere… disfunzioni formali e distorsioni materiali della Seconda Repubblica” e “si propone di ridefinire compiti e funzioni di ciascuno” per “aprire una nuova fase della democrazia, liberandola finalmente dalle contrapposizioni del passato e dalle macerie personali e collettive che esse hanno lasciato sul terreno”. Chi pensasse che questi pregevoli scampoli di prosa siano usciti sul Giornale, sul Foglio, su Libero, su Panorama, sul Corriere a firma del quartetto Galli della Loggia-Panebianco-Ostellino-Battista, resterà sorpreso: l’autore è Michele Ciliberto, editorialista della fu Unità. Qualcuno dirà: Ciliberto chi? Giusto, se non fosse che l’Unità è tornata a essere l’organo ufficiale del Pd.”

Nell’ospedale di Aleppo ultima trincea dei ribelli. Battaglia strada per strada contro i Mig e le milizie del regime “Non siamo terroristi, vogliamo sconfiggere il tiranno di Damasco”. L’editoriale de La Stampa a firma dell’inviato Domenico Quirico:

“Ieri, come mai prima, aerei ed elicotteri hanno innaffiato la città di esplosivo e di ferro: la guerra dei vigliacchi, la guerra che colpisce e uccide alla cieca. Un grande fumo nero si alza dalla centrale elettrica che alimenta tutto il quartiere. Gli aerei passano e ripassano, lanciando i loro razzi: si accaniscono contro una scuola che è a un passo. Entriamo: in quelle che un tempo erano aule ci sono gli uomini della «katiba», della brigata «1980», la data di un altro massacro, trecento morti ma erano i tempi di Assad padre.”

La Gazzetta dello Sport

Le scomode verità del nuoto azzurro. L’editoriale de La Gazzetta dello Sport a firma di Andrea Monti:

“Il nuoto azzurro aveva costruito negli anni, con pazienza, la propria favola: c’era una volta un piccolo regno prospero e felice dove gloria e armonia aleggiavano sugli stadi… È vero, non è mai stato un grande impero perché certe estensioni da superpotenza, in una disciplina planetaria, possono permettersele solo gli americani e i cinesi. Ma tutti ce lo invidiavano, soprattutto gli amati cugini francesi e questa era una gran soddisfazione. Come accade sovente ai consessi umani, non solo nello sport, l’attimo di maggior splendore è incarnato da una regina. In lei si manifesta tutto il fascino di un’era, l’attimo fuggente della sua perfezione. Questa è stata Federica Pellegrini. Una regina. Per carità, non voglio paragonarla a Elena di Troia o a Cleopatra se pure qualche disputa tra maschi l’ha creata, ma ho l’impressione che la sua ascesa corrisponda all’apogeo dell’onda azzurra e insieme, in qualche modo, ne determini il declino. Se non l’implosione.”

Si spacca tutto: Magnini attacca “Sbagliata la preparazione”. L’articolo dell’inviato a Londra Gennaro Bozza:

“È evidente che, dopo queste parole, a Rossetto possano cominciare a fischiare le orecchie. Magnini se ne rende conto e cerca di chiarire la portata delle accuse e il suo rapporto con il suo allenatore. «Sto male, in mattinata l’avevo detto a Santucci che avrei fatto 49″. Nuoto da 22 anni, se sto di merda lo capisco, se sto da Dio lo capisco. E da gennaio in poi ho sentito di non nuotare bene. Non è stato fatto tutto quello che è possibile per correggere queste carenze, ma mi metto anch’io fra i responsabili, dovevo far capire che non mi sentivo benissimo. Però ho dato fiducia a Claudio, gliel’ho data per 15 anni ed è sempre stata ripagata, quindi continuerò a darla e mi servirà per il prossimo anno, ma è un peccato aver buttato questa gara. Nel mio rapporto con lui probabilmente quest’anno è mancato qualcosa, dovevo farglielo capire».”