Nomina al porto di Cagliari, Maurizio Lupi indagato

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2013 - 15:47 OLTRE 6 MESI FA
Nomina al porto di Cagliari, Maurizio Lupi indagato

Nomina al porto di Cagliari, Maurizio Lupi indagato

ROMA – Maurizio Lupi è indagato per abuso d’ufficio nell’ambito della vicenda che ha portato al commissariamento dell’Autorità portuale di Cagliari. La vicenda, la storia è raccontata dal Fatto Quotidiano:

Lupi è finito nel registro degli indagati per aver nominato commissario lo stesso presidente dell’Autorità, Piergiorgio Massidda, decaduto a seguito di una sentenza del Consiglio di Stato che rilevava la mancanza dei titoli e della competenza necessari. Massidda, noto medico, vanta infatti una laurea in medicina con specializzazione in fisiatria. Per averlo nominato commissario nonostante la bocciatura dei giudici amministrativi, Lupi si era guadagnato un esposto alla Procura. A presentarlo, Massimo Deiana, docente di diritto della navigazione, candidato nel 2011 alla presidenza dell’Autorità e superato da Massidda. Anche allora si era rivolto anche alla giustizia amministrativa, che il 26 settembre scorso gli ha dato ragione con sentenza del consiglio di Stato, che ha bocciato Massidda in quanto “doveva probabilmente la sua nomina alle sue capacità politico-relazionali”. ANDIAMO con ordine. Massidda è stato per due legislature senatore Pdl frequentando la commissione Sanità. Nel 2010 alle provinciali di Cagliari si candida in dissenso con il Pdl e conquista il 9 per cento regalando la Provincia al centrosinistra. L’anno dopo, la minaccia di ripetere l’operazione al Comune è sufficiente per avere la presidenza della Port Authority. È dopo la sentenza del Consiglio di Stato che la vicenda assume contorni surreali. Lupi, infatti, riflette per due mesi.

Poi dichiara Massidda decaduto e contemporaneamente lo nomina commissario straordinario, attirandosi le critiche del capogruppo Pd in commissione Trasporti del Senato, Marco Filippi, che bolla la nomina come “inaccettabile”. Il fatto è che per le autorità portuali passano molti soldi. Compenso del presidente o commissario: 200 mila euro all’anno. Poi gli appalti: 53 milioni da spendere entro il 2016 per opere pubbliche nei porti del Nord Sardegna e 120 in quello di Cagliari. Che si aggiungono ai 60 milioni transitati in un anno (il 2012) nelle casse dei porti del Nord dell’isola, che diventano più del doppio a Cagliari. Filippi pensa che il ministro subisca la pressione di alcune lobby come quella degli autotrasportatori. Altri alludono ai legami di Lupi con la Compagnia delle Opere. Ma l’ipotesi principale, anche guardando le date dei commissariamenti, sembra quella politica. Il nuovo centrodestra di Lupi e Alfano è alla ricerca di forti portatori di voti a livello locale. Ma Lupi non è famelico solo con i porti. Lo denuncia Alessia Rotta, deputato Pd, che in una interrogazione gli chiede se ha un ruolo nell’assunzione di Nicola Bonaduce come dirigente Anas. Bonaduce, consigliere di Lupi “per gli affari regionali”, è stato capo della sua segreteria quando era vicepresidente della Camera e viene dalla Compagnia delle Opere. Ora ha un futuro tranquillo all’Anas.

Dove, si sa, gli appalti non mancano. Con la nomina di Enrico Puja ad Augusta sono nove su 23 le Autorità portuali commissariate tra le polemiche da Lupi. Lo sono già Ancona, Napoli, Piombino, La Spezia, Palermo, Catania, Cagliari e Nord Sardegna. Spicca il caso di Riccardo Villari (noto per aver occupato la poltrona di presidente della commissione di vigilanza Rai nel 2008, con relativa espulsione dal Pd) a Napoli, che ha aggravato lo scontro, già forte sulle deleghe, tra Lupi e il suo vice, il sindaco di Salerno Vincenzo de Luca. Intanto la magistratura apre un’inchiesta con 13 arresti per le navi fantasma e l’evasione Iva proprio al porto di Napoli. Poi ci sono Manfredonia e Trapani, autorità create dal centrodestra senza i requisiti di traffico indispensabili per legge. Un assalto ai porti italiani. L’ISCRIZIONE al registro degli indagati non implica alcuna valutazione nel merito da parte del pm di Cagliari Gaetano Porcu. E la procedura a questo punto, diventa complessa. Gli atti preliminari del procedimento devono essere infatti inviati al Senato, perché il reato ipotizzato è stato commesso nelle funzioni di ministro. Alla conclusione dell’inchiesta – che può durare al massimo novanta giorni – se dovessero emergere elementi d’accusa nei confronti del ministro, gli atti andranno ancora a Roma per essere sottoposti alla valutazione del Senato. Difficile a quel punto prevedere i tempi delle conclusioni: il Parlamento non ha vincoli insuperabili e in genere si esprime a mesi e in qualche caso anni di distanza. Soltanto dopo l’eventuale ok di palazzo Madama il fascicolo ritornerà a Cagliari e sarà il tribunale ordinario del capoluogo a giudicare il ministro Lupi come un imputato qualsiasi.