Nomine Eni, Enel Terna, Poste, Leonardo: la strategia di Gentiloni

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Gennaio 2017 - 07:45 OLTRE 6 MESI FA

In primavera scadono i vertici dei colossi: Eni, Enel, Terna, Poste e Leonardo. Il governo Gentiloni sarò pronto a intervenire. Spiega tutto Fabio Martini su La Stampa: 

“Anche per un governo dal profilo basso e senza ‘appetiti’ di potere sarà impossibile astenersi e far finta di nulla: tra fine aprile e metà maggio vanno in scadenza i vertici delle cinque più grandi aziende partecipate dallo Stato, due giganti come Eni ed Enel ma anche Poste, Terna, Leonardo-Finmeccanica. Nel giro di poche settimane scadono anche gli incarichi del Comandante dei Carabinieri e del Capo di Stato Maggiore della Difesa e in giugno andranno rinnovati i vertici dell’Agenzia delle Entrate e quella del Demanio. E se diventasse di fatto ingovernabile, anche la Rai potrebbe aggiungersi all’elenco, ma al momento pare improbabile.

“‘Poltronissime’, soprattutto quelle degli enti, che rappresentano la quintessenza del potere e dunque nomine succulente per chi le fa: il governo. Ma un esecutivo come quello guidato da Paolo Gentiloni, in forte continuità politica con quello precedente, come si sussurra, finirà per confermare per altri tre anni i leader delle cinque partecipate a suo tempo indicati dal governo Renzi?”

“(…) Il governo Gentiloni non si interessa ancora del dossier, riservandosi però due schemi di gioco, diversi a seconda della data delle elezioni. Se Matteo Renzi riuscirà a bruciare i tempi, facendo approvare una legge elettorale a ritmo accelerato e si profilasse uno showdown che porti ad elezioni ad aprile-maggio, in quel caso il governo Gentiloni ha già deciso: l’esecutivo non procederà ad alcuna nomina ai vertici dei grandi enti. Lasciando l’onere al governo che si insedierà nelle settimane successive. Con un rispetto formale e anche sostanziale delle leggi. Molto diverso il quadro se invece la prospettiva di elezioni anticipate si spostasse verso autunno o addirittura verso il febbraio del 2018. In questo caso il governo procederebbe alle nomine”.

“Gentiloni e Renzi non hanno ancora affrontato il dossier ma nel caso di tempi lunghi molto difficilmente si potrà concretizzare lo schema della conferma in blocco. L’idea sarebbe quella di procedere caso per caso, confermando chi ha ben operato (la maggioranza dei nominati, si dice) e scartando coloro che per una ragione o per l’altra non sono in condizione di essere confermati. Sub-iudice, nel senso che si trovano tra color che son sospesi dal punto di vista giudiziario, due pezzi da novanta: l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e quello di Leonardo-Finmeccanica Mauro Moretti. Sul primo incombe un possibile rinvio a giudizio, sul secondo una condanna in primo grado per una vicenda che risale alla stagione delle Ferrovie. E anche se non è scontato che le due vicende giudiziarie si concludano in senso negativo, anche una sola delle due caselle impegnerebbe il governo in una scelta impegnativa(…)”.